Nella notte appena trascorsa, Israele è stato bersaglio di un nutrito attacco missilistico proveniente dall’Iran. I militari israeliani riferiscono che circa ottanta missili sono stati lanciati in due ondate distinte. La raffineria di Haifa, principale obiettivo della prima ondata con quarantacinque missili, ha subito danni a infrastrutture critiche come oleodotti e linee di trasmissione, ma è riuscita a mantenere attive la maggior parte delle sue operazioni. Nella città di Tamra, un missile ha colpito un’abitazione, provocando la morte di quattro persone.
Successivamente, la seconda ondata di attacchi si è abbattuta sul centro di Israele. Un condominio a Bat Yam è stato colpito, causando la morte di sei persone e il ferimento di oltre duecento, mentre il numero dei dispersi si è ridotto a tre. A Revohot, un altro attacco ha provocato almeno quaranta feriti.
In risposta, l’esercito israeliano ha lanciato una serie di raid rivolti al programma nucleare iraniano. Le forze armate israeliane hanno preso di mira depositi di carburante e siti collegati a progetti nucleari. Tra questi, il ministero della Difesa iraniano e dell’Organizzazione per l’Innovazione e la Ricerca Difensiva sono stati colpiti, con danni lievi riportati. Il commento del ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, sottolineava la gravità degli eventi, mentre avvertiva gli iraniani tramite un comunicato dell’IDF, esortandoli a evacuare le fabbriche di munizioni.
Parallelamente, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha denunciato questi attacchi, commentando che l’aggressione israeliana durante discussioni con gli Stati Uniti rappresenta un chiaro rifiuto degli intenti diplomatici. Ha inoltre criticato la collaborazione dell’America con Israele, definendola riprovevole.
Nonostante la tensione crescente, alcune nazioni europee, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, si sono dichiarate pronte a discutere con Teheran per trovare una soluzione diplomatica alla questione nucleare.
Nel frattempo, Israele si trova a dover gestire la situazione interna, con il presidente Isaac Herzog che tra emozione e cordoglio sottolinea la difficile situazione, ricordando le vittime, tra cui cittadini israeliani di diverso background etnico. Questo scenario complesso mette in luce le sfide a cui è sottoposta la sicurezza israeliana, nonostante l’adozione di avanzati sistemi di difesa come l’Iron Dome.
Infine, gli eventi recenti hanno trovato un contesto intricato di politiche interne in Israele, con il primo ministro Netanyahu che aveva apparentemente orchestrato una serie di eventi pubblici e privati per sviare l’attenzione dalle azioni militari imminenti contro Teheran. Una strategia che ha colto di sorpresa l’Iran, in un momento cruciale di preparativi diplomatici e cerimonie nazionali.