Nel cuore di Parigi, il principe ereditario del trono dell’antico Scià di Persia, Reza Pahlavi, dichiara di essere pronto a tornare a Teheran. Secondo il principe 64enne, il momento è giunto per porre fine al disastro che affligge l’Iran e avviare una nuova era. Il suo annuncio arriva durante una conferenza stampa nei pressi del Quai d’Orsay.

Nel gennaio del 1979, Reza Pahlavi era un giovane di 18 anni quando abbandonò l’Iran a bordo di un Boeing 707 pilotato da suo padre, l’ultimo Scià, Mohamed Reza Pahlavi. L’intera famiglia, compresa l’imperatrice Farah Diba e i suoi tre fratelli, fu costretta ad abbandonare il paese mentre la rivoluzione islamista prendeva piede. Quel volo segnò l’inizio dell’esilio, poiché la rivoluzione islamica stava prevalendo e la dinastia Pahlavi partiva con ciò che potevano portare con sé.

La storia del principe Reza e della sua famiglia affonda le radici nel 1953, quando il padre Mohamed fu esiliato per breve tempo prima di essere riportato al potere grazie a un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Tuttavia, nella rivoluzione del 1979, nessun intervento esterno aiutò i Pahlavi, costretti a fuggire in Egitto grazie all’accoglienza del presidente Anwar Sadat.

Oggi Reza Pahlavi, come fece un tempo il suo avversario Khomeini, si rivolge alla stampa francese per annunciare il suo desiderio di tornare in patria. Tuttavia, il supporto delle autorità parigine sembra ancora incerto.

In un contesto internazionale caratterizzato da prudenza, con i leader europei che invocano la calma e la de-escalation, Reza Pahlavi invoca un cambio di regime. Il suo messaggio agli Stati Uniti e all’Europa è chiaro: è giunto il momento della sollevazione finale contro il regime teocratico in Iran. Utilizzando la frase “Make Iran Great Again”, echeggia uno slogan reso celebre da Donald Trump.

Il principe erede critica aspramente il regime degli ayatollah e invoca una transizione democratica, promettendo un processo equo per i leader attuali dell’Iran. Mentre circolano voci di una possibile fuga all’estero degli alti funzionari iraniani, Pahlavi si dice pronto a sostenere il popolo per costruire un Iran democratico.

La figura di Reza Pahlavi, anche se forse controversa, resta un simbolo per alcuni degli iraniani che sognano un cambiamento. Egli sostiene di ricevere sostegno da settori chiave come l’esercito e i ministeri, ed è determinato a servire il suo paese natale dopo un’assenza di 46 anni.

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