DALLA NOSTRA INVIATA LOS ANGELES – L’amministrazione guidata da Trump sta pianificando il trasferimento temporaneo di migliaia di immigrati irregolari, che attualmente risiedono negli Stati Uniti, alla base di Guantanamo. Si stima che questa iniziativa possa coinvolgere circa 9.000 persone, come riportato dal Washington Post. Tra gli individui interessati ci sono cittadini di diversi Paesi amici dell’America, tra cui l’Italia, la Gran Bretagna, la Francia, la Germania, l’Irlanda, il Belgio, l’Olanda, la Lituania, la Polonia, la Turchia e l’Ucraina. Inoltre, vi sono persone provenienti anche da altri stati, come Haiti. Non esiste garanzia che gli Stati Uniti informino in anticipo i Paesi sui propri cittadini coinvolti.

Fonti governative hanno riferito al Corriere che i soggetti coinvolti sono in gran parte persone che hanno oltrepassato il periodo di permanenza del loro visto. Questi individui saranno trasferiti temporaneamente presso il Migrant Operations Center a Guantanamo, un luogo che in passato ha ospitato cittadini cubani giunti negli USA via mare. Il trasferimento potrebbe iniziare già questa settimana e prevede controlli sanitari per determinare se queste persone sono in condizioni sufficienti per affrontare lo spostamento verso Guantanamo.

Nel frattempo, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato in un’intervista a Rtl che è programmata una conversazione con il segretario di Stato americano, Rubio, per ottenere ulteriori informazioni sulla situazione. Tajani ha assicurato che il governo italiano farà tutto il possibile per evitare che cittadini italiani vengano portati a Guantanamo. Secondo fonti parlamentari, sembrano essere due gli italiani coinvolti, con uno già rimpatriato e l’altro potenzialmente in procinto di esserlo.

Nonostante le preoccupazioni iniziali, è arrivata una rassicurazione da Washington. Nessun cittadino italiano irregolare negli Stati Uniti sarà deportato a Guantanamo prima di essere rimpatriato in Italia. Questa rassicurazione è stata data indirettamente dal dipartimento della Sicurezza interna (Dhs), che ha confermato le parole della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, la quale ha definito l’articolo del Washington Post una “fake news”, affermando che quanto riportato non avverrà.

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