Recenti proposte dell’Associazione Tedesca dell’Industria Automobilistica (VDA) hanno suscitato polemiche tra gruppi ambientalisti e produttori di auto. Tali proposte mirano a modificare il divieto dell’UE, fissato per il 2035, riguardante la vendita di nuove auto che emettono CO2. Questo susseguirsi di eventi ha avuto luogo poco dopo che il Consiglio dell’UE aveva mostrato clemenza nei confronti dei produttori automobilistici in merito agli obiettivi di emissioni di quest’anno. Tale decisione del Consiglio era stata presa in risposta alle pressioni per evitare sanzioni finanziarie enormi per il settore.
Le organizzazioni ecologiste hanno espresso forte disappunto, evidenziando come queste concessioni rappresentino un rischio per l’inasprimento delle regole sulla riduzione delle emissioni dei veicoli, stabilite nel 2023 dopo dure trattative. “Dai loro un dito e si prenderanno tutta la mano”, ha esclamato Julia Poliscanova, direttore senior dei veicoli dell’ONG Transport & Environment (T&E). Il divieto del 2035 rappresenta un pilastro fondamentale del Green Deal dell’UE, il quale ha l’ambizione di rendere il continente climaticamente neutrale entro la metà del secolo, ma è sempre più al centro di polemiche politiche.
Il VDA propone di passare da un divieto completo a una riduzione del 90% delle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli entro il 2035, permettendo così ad un 10% delle vetture vendute di essere alimentate con motori a combustione interna. Un certo stupore ha accompagnato la reazione di alcuni esponenti politici tedeschi di fronte a questa proposta. Isabel Cademartori, portavoce della politica dei trasporti per il Partito Socialdemocratico, ha sottolineato l’importanza di rispettare i limiti di emissione della flotta stabiliti nell’accordo di coalizione, e si aspetta che anche la Commissione europea faccia lo stesso. D’altro canto, i Cristianodemocratici del cancelliere Friedrich Merz sostengono una rivalutazione della regola del 2035.
L’adozione della proposta del VDA da parte della Commissione europea comporterebbe, secondo un’analisi di T&E, un aumento delle emissioni fino al 31% rispetto agli obiettivi attuali. Inoltre, un aspetto controverso della proposta del VDA riguarda le eccezioni per i carburanti alternativi e i biocarburanti nelle auto convenzionali. Sebbene questi carburanti siano proposti come meno dannosi per il clima rispetto a benzina e diesel, gruppi ambientalisti mettono in guardia sui loro elevati costi e sulla disponibilità limitata. “L’utilizzo di questi carburanti rappresenta una soluzione inefficace e costosa per i consumatori, ingannando i cittadini con soluzioni fittizie”, ha affermato Michael Bloss, portavoce dei Verdi al Parlamento europeo.