Diversi paesi europei rischiano di perdere significative somme di sussidi poiché la Commissione Europea si appresta a bloccare le speranze di proroga del fondo di ripresa post-pandemia da 650 miliardi di euro oltre il 2026. La decisione, attesa per il 4 giugno, rappresenterà una battuta d’arresto per nazioni come Italia, Spagna, Portogallo e Polonia, che auspicavano un’estensione della scadenza del programma. Questi paesi stanno cercando di ottimizzare l’utilizzo dei fondi del Fondo di Ripresa e Resilienza, istituito nel 2021 per sostenere la ripresa economica europea post-Covid. Tuttavia, la Commissione intende dichiarare l’assenza di basi legali per posticipare la scadenza, secondo diverse fonti che hanno preferito rimanere anonime.

La Commissione Europea elargisce i finanziamenti solo dopo aver verificato che i paesi rispettino determinati obiettivi e condizioni. Molti paesi hanno trovato complesso adempiere a queste richieste, contribuendo ai ritardi nei pagamenti. La crisi energetica e l’inflazione crescente, aggravate dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, hanno costretto molti paesi a rivedere i loro piani originari, influenzando ulteriormente i tempi di richiesta dei fondi.

Per garantire che i paesi possano utilizzare al massimo i fondi, la Commissione potrebbe concentrarsi sull’assistenza agli Stati membri nell’adempimento delle loro responsabilità prima della scadenza. Valdis Dombrovskis, Commissario all’Economia, ha recentemente enfatizzato la necessità, da parte degli Stati membri, di rivedere i loro piani ed eliminare misure non più praticabili. Dombrovskis e Raffaele Fitto, Commissario alla Coesione, supervisionano il fondo. L’Italia, con il Ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti, è particolarmente interessata a una proroga del programma.

Nonostante queste pressioni, il servizio legale dell’UE ha recentemente respinto qualsiasi tentativo di rinvio della scadenza senza modificare formalmente le normative del programma stabilite nel 2021, un’azione che richiederebbe il consenso unanime di tutti i paesi dell’UE. Le attuali normative prevedono che le richieste di pagamento debbano essere presentate entro il 31 agosto 2026, consentendo alla Commissione di approvare e distribuire i fondi entro la fine dello stesso anno. Finora, circa 315 miliardi di euro di sovvenzioni e prestiti sono stati erogati.

Per evitare la perdita di finanziamenti, i paesi stanno esplorando soluzioni alternative per garantire l’accesso ai fondi entro la scadenza. Recentemente, la Commissione ha approvato una richiesta dalla Polonia per riallocare quasi 6 miliardi di euro da prestiti per progetti verdi verso iniziative di difesa. Sebbene i fondi non possano essere destinati all’acquisto diretto di armamenti, possono essere investiti in progetti a “uso doppio”. Le risorse verranno gestite da un fondo speciale collegato alla banca di sviluppo polacca Gospodarstwa Krajowego, offrendo una soluzione per mantenere accessibili i fondi oltre il 2026.

Ci si attende che l’UE offra maggiore flessibilità ai paesi per richiedere i fondi, come indicato da Jan Szyszko, segretario di Stato del Ministero dei Fondi e della Politica Regionale polacco. Ciò estenderebbe il tempo per la verifica del raggiungimento degli obiettivi da agosto a novembre 2026, fornendo un margine maggiore per le richieste di pagamento. Nell’intento di dimostrare il successo del programma, la Commissione si predispone a valutare più celermente il rispetto dei requisiti, rispondendo così alle critiche sui complessi regolamenti di Bruxelles che rallentano l’erogazione dei fondi.

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