Le due panettiere, Zad e Albanah, si trovano a Deir al-Balah e ricevono finalmente notizia dell’arrivo della farina e del gasolio. Il negozio in cui lavorano è rimasto chiuso per un mese, e le due donne si affrettano a pulire i locali per prepararsi alla ripresa della loro attività quotidiana. Questo avviene in un contesto di enormi difficoltà a Gaza, dato che la farina, considerata preziosa come l’oro bianco, non viene più fornita da undici settimane.
Dopo oltre due mesi di assedio totale, Benjamin Netanyahu ha dato il via libera all’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, temendo che Israele possa perdere il supporto internazionale. Nonostante ciò, l’assedio continua con l’intensificazione dei bombardamenti. Solo una minima quantità di aiuti umanitari: cibo e medicine, attraversa il valico di Kerem Shalom per far fronte alla crisi umanitaria evidente.
Secondo i dati forniti dall’esercito israeliano, 93 camion delle Nazioni Unite sono riusciti a passare, ma nessuno ha ancora raggiunto i destinatari a Gaza. In realtà, si parla di soli cinque camion, due dei quali trasportano sacchi per cadaveri. Prima dell’inizio del conflitto, 600 veicoli di aiuti attraversavano il confine ogni giorno, mentre ora il processo è diventato incredibilmente complesso.
Il sistema di distribuzione vede i tir fermarsi al confine per controlli e ispezioni dalle autorità israeliane prima di essere riassemblati su altri mezzi per la distribuzione finale, attraverso associazioni come World Central Kitchen. In futuro, un piano israelo-americano monitorato da contractor dovrebbe evitare che Hamas si appropri degli aiuti.
Nel frattempo, Mohammed Rajab, un lavoratore di un’ong a Gaza, osserva frustrato le montagne di merci in attesa di passare il valico, pensando ai suoi figli affamati.
La carenza di risorse ha provocato gravi conseguenze. Sami Abu Omar, imprenditore di Gaza, descrive i prezzi esorbitanti dei beni di prima necessità, mentre vive in una tenda dopo che la sua casa è stata distrutta. L’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite avverte che in 48 ore si dovranno portare aiuti per salvare 14.000 bambini gravemente malnutriti.
La situazione sanitaria è critica: le medicine mancano e il sistema ospedaliero è ormai al collasso. Il coordinatore di Medici Senza Frontiere, Angelo Rusconi, conferma il drammatico quadro della situazione, dove la fame è utilizzata come un’arma di distruzione di massa. L’emergenza umanitaria è così grave che il tempo per intervenire è ormai quasi esaurito.