La competizione per la presidenza rumena volge al termine, con il voto di domenica che deciderà il futuro politico del paese. La Romania, quale membro strategico della NATO e situata ai confini orientali dell’Unione Europea, si trova di fronte a una scelta cruciale: abbracciare una politica influenzata da un populista di estrema destra con una visione conservatrice, oppure rimanere allineata ai valori pro-europei e occidentali.

Dopo il primo turno elettorale, a primeggiare è George Simion, un nazionalista di 38 anni con posizioni critiche sull’assistenza all’Ucraina e sostenitore di una possibile unificazione con la Moldova. Simion, che ha espresso ammirazione per Donald Trump, si trova in gara contro Nicușor Dan, 55 anni, sindaco indipendente di Bucarest dal 2020 e matematico di professione, che promuove una direzione stabile verso l’Europa occidentale e ha incoraggiato Trump a mostrare più fermezza contro la Russia.

La campagna tra i due contendenti ha assunto toni accesi, con Simion che, da sempre provocatore, ha attaccato Dan, definendolo in modo sprezzante. Tuttavia, i sondaggi rimangono incerti, mostrando risultati contrastanti. Inizialmente, Simion sembrava avere un vantaggio con il 41% dei voti rispetto al 21% di Dan. Tuttavia, i più recenti sondaggi hanno registrato un aumento di sostegno per Dan, portandolo in parità con Simion al 48% in uno studio AtlasIntel, e addirittura avanti al 52% in un altro sondaggio condotto dall’IRSOP.

La battaglia elettorale si è svolta per lo più sui media e sui social, con entrambi i candidati che hanno evitato l’interazione diretta con l’elettorato nei giorni finali della campagna. Simion, nonostante l’assenza sul territorio nazionale, ha intensificato le sue attività internazionali per consolidare la sua immagine, mentre Dan ha partecipato a diversi dibattiti televisivi, ottenendo un certo sostegno. Simion si è affidato ai social media per promuovere il suo messaggio politico.

Strategicamente, Simion ha cercato di imitare Trump nella sua retorica, promettendo una politica interna conservatrice e criticando i media tradizionali. Dan, invece, ha sostenuto la necessità di mantenere saldo il legame con l’UE e ha promosso una maggiore pressione sulla Russia per una risoluzione del conflitto con l’Ucraina.

Un elemento chiave delle elezioni sarà l’affluenza alle urne. Gli analisti suggeriscono che una maggiore partecipazione elettorale potrebbe avvantaggiare Dan, che punta ad incrementare il numero dei votanti rispetto al primo turno. Il ruolo della diaspora rumena potrebbe essere cruciale: già al primo turno ha espresso un notevole supporto a Simion, ma una partecipazione ancora più ampia potrebbe modificare gli equilibri.

Infine, l’ombra di Georgescu, un precedente protagonista della politica rumena di estrema destra, aleggia su queste elezioni, alimentando il sentimento anti-establishment tra gli elettori. La credibilità delle istituzioni democratiche è messa in discussione da molti, con l’elettorato che esprime spesso una sfiducia nella classe politica.

Il risultato finale dipenderà molto dall’abilità dei candidati di mobilitare il sostegno tra gli elettori indecisi e tra coloro che vivono al di fuori del paese, in un momento in cui la Romania si trova a un bivio politico cruciale.

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