Le recenti sentenze delle corti statunitensi riguardanti la legalità delle tariffe imposte dall’amministrazione di Donald Trump sembrano aver rafforzato il ruolo dell’Unione Europea nei negoziati commerciali in corso, secondo gli osservatori europei. Brando Benifei, parlamentare italiano e membro del comitato commerciale, ha recentemente visitato gli Stati Uniti insieme a una delegazione e ritiene che la prospettiva di una futura dichiarazione di illegalità dei dazi possa imprimere un’accelerazione alle trattative. “Credo che questa situazione stimolerà l’amministrazione USA a concludere un accordo tempestivamente”, ha dichiarato Benifei a POLITICO, evidenziando l’instabilità interna che affronta Trump.

Due corti hanno recentemente messo in discussione la validità giuridica delle tariffe di reciprocità imposte da Trump su circa 60 nazioni, inclusa l’UE. Sebbene un appello in uno di questi casi abbia temporaneamente ripristinato i dazi, il futuro legale della questione potrebbe approdare alla Corte Suprema. Benifei ha sottolineato la speranza che si possa giungere a un approccio più cooperativo, evitando diktat unilaterali da parte americana che l’Europa non può accettare, soprattutto in settori cruciali come le regolamentazioni tecnologiche, alimentari e di sicurezza.

Sullo sfondo di una guerra commerciale in continua evoluzione, un diplomatico europeo ha evidenziato l’imprevedibilità della situazione, rendendo complesso anticipare l’effetto sulle negoziazioni. Tuttavia, appare chiaro agli analisti che l’attesa strategica della Commissione europea di fronte ai dazi di Trump sta iniziando a dare risultati positivi.

L’Europa, pur rimanendo ferma, deve mantenere la calma e prepararsi a rispondere. Qualora la situazione dovesse rivelarsi ingarbugliata per Trump e egli decidesse di ignorare le decisioni delle corti, l’UE potrebbe considerare prudente attendere prima di rispondere, sperando che questo incoraggi l’amministrazione americana a concludere un accordo. Tuttavia, ridurre le misure di ritorsione potrebbe rivelarsi rischioso per l’Unione, come suggerito da un analista. Da Washington, D.C., Jakob Weizman ha offerto il suo contributo a questo scenario.

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