A Bruxelles, Ursula von der Leyen sta affrontando la più significativa prova del suo mandato come presidente della Commissione Europea. I gruppi politici stanno minacciando di revocare il loro supporto a causa della sua decisione di ritirare una proposta di legge chiave per il clima. Valérie Hayer, leader del gruppo liberale Renew Europe, ha avvertito di una potenziale crisi istituzionale. Von der Leyen, esponente del Partito Popolare Europeo di centro-destra, si affida ai voti dei Socialisti e dei liberali per avanzare le sue iniziative. Il rischio è che le capacità della Commissione di implementare leggi dell’UE vengano bloccate senza la collaborazione di questi gruppi.
La decisione di cancellare la direttiva Green Claims, che avrebbe reso le aziende responsabili di dichiarazioni ambientali infondate, è stata comunicata dalla Commissione venerdì scorso. Questa mossa, accolta favorevolmente dai conservatori e dai gruppi di destra, è stata criticata dai socialisti e dai liberali come un cedimento alle pressioni dell’estrema destra, accusando von der Leyen di ignorare i loro voti che hanno contribuito alla sua elezione. Nonostante non esistano coalizioni formali nel Parlamento europeo, i principali gruppi pro-UE hanno collaborato per garantire sostegno reciproco, firmando un accordo di cooperazione a novembre.
L’EPP ha più volte collaborato con i partiti di destra e estrema destra su diverse misure, influenzando l’agenda parlamentare ed eliminando alcune iniziative verdi. Recentemente, hanno bloccato una relazione sui finanziamenti per progetti di sviluppo e hanno respinto leggi su intelligenza artificiale e brevetti, mentre introducevano un organismo per monitorare le ONG. Il ritiro della legislazione sul greenwashing potrebbe essere l’ultimo atto tollerabile per i Socialisti e i liberali, già irati per precedenti azioni controverse, come la gestione del cosiddetto “Pfizergate”. Un dirigente di Renew ha avvertito che continueranno a proteggere von der Leyen solo a determinate condizioni.
La possibile rottura tra i Socialisti, i liberali e l’EPP rischia di bloccare il processo legislativo dell’UE. Un portavoce dell’EPP ha accolto con favore la decisione della Commissione, sostenendo che la legge, così com’era, avrebbe creato eccessiva burocrazia per le aziende. Invece, la critica di eludere il processo legislativo si basa sul fatto che la proposta era già in fase avanzata di negoziazione tra Parlamento e Consiglio dell’UE.
I centristi denunciano la situazione come una minaccia alla piattaforma di supporto per von der Leyen, mettendo in discussione gli impegni della Commissione nei confronti della cooperazione interistituzionale. Iratxe García, capo del gruppo S&D, ha ricordato l’importanza delle alleanze e degli impegni presi. Dal canto suo, il portavoce della Commissione, Stefan De Keersmaecker, ha sostenuto che l’obiettivo era ridurre oneri e complessità per le aziende, in particolare per le piccole imprese, promettendo di continuare a lavorare contro il greenwashing e a tutela dei consumatori.