Il ministero per il digitale in Francia ha dedicato mesi a una diligente opera di convincimento su Big Tech per ottenere il loro appoggio nell’ambiziosa iniziativa di introdurre un limite d’età per l’accesso ai social media. Tuttavia, è bastato un breve intervento da parte di una ministra per vanificare quel lungo lavoro diplomatico.

Nel corso di un incontro tenutosi di lunedì, la ministra per le pari opportunità, Aurore Bergé, ha convocato i rappresentanti delle grandi aziende tecnologiche in Francia per un confronto diretto e pubblico, con la presenza di membri del governo e della stampa. Affiancata dai regolatori, dalle forze dell’ordine e da Clara Chappaz, ministra responsabile degli affari digitali e dell’intelligenza artificiale, Bergé ha inaugurato il confronto in un prestigioso ufficio governativo con un monologo di quasi cinque minuti. Durante il suo intervento, ha accusato le aziende come Meta, Snapchat, TikTok, Twitch, X e YouTube di non impegnarsi a sufficienza nel contrasto a contenuti sessisti e violenti. “L’era dell’irresponsabilità è giunta al termine”, ha dichiarato Bergé, sottolineando le aspettative della Repubblica nei confronti delle queste piattaforme non solo di esprimere intenti, ma di fornire risultati concreti. L’intenzione è di assicurarne la responsabilità regolare in modo trasparente e pubblico.

Sebbene Chappaz e il suo team non abbiano messo in discussione il messaggio principale del discorso di Bergé, si sono opposti alla natura esigente delle sue richieste e all’atteggiamento aggressivo mantenuto durante l’incontro. Vari partecipanti, parlando come anonimi con POLITICO, hanno descritto l’approccio di Bergé come un inaspettato spettacolo politico, senza precedente nelle loro interazioni governative. Un rappresentante di una piattaforma presente ha commentato che questo rappresentava un cambiamento di paradigmi rispetto al passato. Un altro dirigente del settore ha definito l’incontro come “il più dannoso mai visto nel loro percorso professionale”.

L’incontro, che si è rivelato quasi infruttuoso in termini di risultati concreti, ha sollecitato tensioni nel rapporto tra il governo francese e il settore tecnologico, inizialmente ritenuto un partner dal presidente Emmanuel Macron. Inoltre, ha evidenziato attriti di competenza tra Bergé e Chappaz. Bergé, malgrado la giovane età di 37 anni, è sulla scena politica da parecchi anni e ha costruito la sua carriera allineandosi al movimento centrista di Macron prima delle elezioni del 2017. Ha dimostrato capacità sia dietro le quinte che in pubblico, guadagnandosi una reputazione di tenace sostenitrice delle politiche di Macron. Nondimeno, le sue azioni sono state talvolta al centro di controversie. Un esempio recente citato da un libro rivelava le connessioni troppo strette di Bergé con i lobbisti delle case di cura private, durante il suo ruolo come ministra per le famiglie, suscitando critiche sulle sue scelte passate.

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