VÉLIZY-VILLACOUBLAY, Francia — In una serata vivace di marzo, il ministro dell’Interno francese Bruno Retailleau ha dato inizio a un evento elettorale con alcune battute politicamente scorrette, scherzando sulla sua figura sottile a confronto con quella più imponente del presidente del Senato Gérard Larcher, il quale ha accolto gli scherzi con buon umore. Successivamente, Retailleau ha toccato i punti cardine del suo discorso conservatore, criticando il velo islamico, che ha definito come simbolo di oppressione, e ha ribadito l’importanza di difendere “le grandi conquiste occidentali”. I partecipanti presenti, circa 800 persone, hanno accolto con entusiasmo il discorso del carismatico provocatore, che promette di riportare la Francia ai suoi fasti del passato. “Le nostre idee possono essere talvolta fonte di controversie — e questo è positivo”, ha affermato Retailleau ai convinti sostenitori del suo partito.
L’incontro nella benestante periferia parigina di Vélizy-Villacoublay è stata una delle tappe del percorso elettorale di Retailleau per aspirare alla leadership di Les Républicains, il partito di centro-destra che in passato dominava ma che ora è in difficoltà dopo l’emergere di Emmanuel Macron, che ha scosso la politica francese. Le elezioni per scegliere il nuovo leader, previste per sabato e aperte solo ai circa 100.000 membri del partito, sono seguite con grande attesa. L’atmosfera animata dell’evento e delle altre tappe della campagna di Retailleau infondono speranza ai membri del partito, i quali vedono in lui un potenziale avversario di Marine Le Pen del Rassemblement National, capace di diventare il politico di destra più influente della Francia, e forse di conquistare la presidenza. “Non vedevamo tanto entusiasmo dai tempi di [l’ex presidente Nicolas] Sarkozy”, ha commentato un funzionario della campagna elettorale, sotto anonimato per rispettare i protocolli interni. A meno di due anni dalle elezioni presidenziali francesi, Les Républicains sognano un ritorno al potere supportando un candidato che coniuga il liberalismo economico con una politica anti-immigrazione simile alla piattaforma del Rassemblement National, senza però lo storico o legale bagaglio di Le Pen. Attualmente, Retailleau sembra essere l’uomo giusto per trarre vantaggio dall’orientamento a destra della Francia e dell’Europa. Tuttavia, è una figura complessa. A 64 anni, con l’aria di un intellettuale e un fervente cattolico, è rimasto nell’ombra per anni, adottando un comportamento studiato e riservato che cambia radicalmente quando assume il ruolo di infuocato protagonista durante i suoi discorsi pubblici, riflesso della sua formazione in recitazione e travestimenti. Ma prima di immaginarlo nell’opulenza dell’Eliseo, è importante seguire il suo passato in un castello fatiscente a oltre 300 chilometri a sud-ovest di Parigi, dove ha forgiato la sua identità politica e affinato le sue abilità oratorie.
Retailleau, da giovane appassionato di equitazione, si offrì volontario per partecipare a uno spettacolo nella cittadina di Les Epesses. Organizzato nel 1978 da Philippe de Villiers, discendente di un’antica famiglia aristocratica sopravvissuta alla Rivoluzione Francese, lo spettacolo mirava a trasformare un castello in rovina in un centro culturale. De Villiers, con il suo stile teatrale distintivo, avviò un ambizioso parco tematico medievale, il Puy du Fou, per esaltare la storia controrivoluzionaria della Vendée e le sue radici cattoliche. Lo spettacolo “Cinéscénie”, una celebrazione nostalgica e drammatica della storia locale, riscosse subito un incredibile successo, attirando migliaia di spettatori e giovani volontari, tra cui Retailleau, che prese parte come cavaliere in costume medievale. Nell’arco di pochi anni, il parco divenne uno dei più visitati d’Europa, veicolando un messaggio profondamente politico che idealizzava i valori conservatori e cattolici, una rappresentazione criticata dagli storici per la sua visione edulcorata della Rivoluzione Francese.
La collaborazione con de Villiers segnò profondamente Retailleau, che trovò in lui un mentore. Laureandosi rapidamente attraverso le file politiche, Retailleau sfruttò le sue esperienze formative al Puy du Fou per costruire una carriera solida, venendo eletto nel consiglio della Vendée poco dopo il successo di “Cinéscénie”. Nonostante le due sperimentazioni fallite di de Villiers per la presidenza, Retailleau riuscì a ritagliarsi un ruolo crescente in politica, fino a quando l’ambizione personale non creò una frattura nel loro rapporto. Il diverbio avvenne nel 2009, quando la prospettiva di Retailleau di ricevere un incarico ministeriale minacciava l’ego di de Villiers, sfociando in una pubblica rottura tra i due alleati. Retailleau venne espulso dalla presidenza del parco tematico, e in seguito abbandonò il Movimento per la Francia per unirsi ai più ampi ranghi di Les Républicains, diventando un importante esponente del partito.
Dopo anni di paziente attesa e continua presenza nei media, Retailleau ha colto l’occasione quando Les Républicains, grazie a un sorprendente ritorno elettorale, sono riemersi come forza influente nel governo, collaborando con Macron per bloccare l’ascesa della sinistra. Nomina a ministro dell’Interno, Retailleau ha finalmente trovato la sua occasione per emergere come protagonista solo mentre il movimento centrista di Macron raggiungeva il suo punto più vulnerabile. Nei mesi seguenti, la popolarità del ministro ha…