Mercoledì scorso, la Commissione europea ha illustrato agli stati membri dell’Unione Europea una serie di concessioni disposte nei confronti dell’amministrazione di Donald Trump, assieme a un elenco di beni su cui potrebbero applicare nuovi dazi qualora le trattative non andassero a buon fine. Questa doppia strategia permette alla Commissione, che rappresenta i 27 paesi membri in materia di politica commerciale, di creare un consenso politico interno e avviare dialoghi con gli Stati Uniti da una posizione di maggiore forza. Aggiungendo alla pressione ulteriori misure di rappresaglia oltre quelle già sospese, Bruxelles esorta Washington a dimostrare un reale interesse nel negoziare.

Il “foglio di termini” negoziato con gli USA propone, tra le altre cose, un incremento degli investimenti nel settore energetico e la possibile semplificazione di alcune normative interne dell’Unione Europea. Continuano le offerte di un abbassamento delle tariffe automobilistiche importate e un possibile accordo reciproco zero per zero su beni industriali. Un altro ambito su cui Bruxelles spera di collaborare con Washington riguarda la riduzione delle barriere commerciali e della sovrapproduzione in Cina.

Tuttavia, l’unità interna nell’UE è messa alla prova da divergenze tra stati membri, alcuni dei quali temono di cedere alle pressioni statunitensi, mentre altri si preoccupano di non raffreddare i rapporti con uno storico alleato. Il presidente francese Emmanuel Macron è tra coloro che hanno suggerito di considerare l’utilizzo dello strumento anti-coercitivo dell’UE.

Un incontro riservato tra ambasciatori europei si è tenuto con il sostegno dei più alti consiglieri della Commissione, tra cui Björn Seibert e Sabine Weyand, mirato a mantenere un fronte comune tra i 27 Stati membri durante la finestra di 90 giorni di pausa sui dazi americani annunciata da Trump. Mentre la risposta dell’UE rimane provvisoria con scadenza il 14 luglio, il blocco sta elaborando una reazione ai dazi sul 25% delle auto e il 10% su altri beni dell’UE.

Nonostante ci si aspettasse una controffensiva nel settore dei servizi, la Commissione ha optato per mantenere le tensioni commerciali entro limiti accettabili, evitando ripercussioni su ambiti come il Big Tech o Wall Street. Francia e Belgio sono tra i paesi che insistono per una risposta completa, che utilizzi tutte le risorse disponibili dell’UE. Emmanuel Macron ha espresso la necessità di rispondere con decisione ai dazi statunitensi, considerando anche i danni subiti dai produttori nazionali di cognac. Le contromisure, secondo l’Eliseo, dovrebbero spaziare su un ampio spettro di interventi.

Lunedì, Macron discuterà la questione dei dazi con Ursula von der Leyen a Parigi, a margine di un evento dedicato alla scienza e alla ricerca. Questa notizia è stata inizialmente riportata dal Financial Times, che ha evidenziato un nuovo elenco di dazi che potrebbe colpire i beni americani.

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