Le sirene di allarme aereo hanno riecheggiato a Tel Aviv e in altre regioni centrali di Israele. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno subito stimato un attacco limitato da parte dell’Iran, con un numero ridotto di missili lanciati, mentre il servizio di emergenza Magen David Adom non ha rilevato conseguenze rilevanti in aree urbane o segnalazioni di feriti.
Intanto, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, tramite Al Jazeera, ha smentito la presenza di negoziatori iraniani diretti a Muscat per trattative di cessate il fuoco, come inizialmente vociferato.
Da parte sua, l’ambasciata americana in Israele sta pianificando voli ed evacuazioni marittime per i cittadini statunitensi desiderosi di abbandonare il paese, come affermato dall’ambasciatore Mike Huckabee.
Il presidente Donald Trump, in dichiarazioni criptiche, ha lasciato intendere che la prossima settimana sarà cruciale, forse anticipando grandi eventi. Ha ribadito che gli Stati Uniti sono pronti a rispondere ad azioni aggressive da parte dell’Iran e ha menzionato la “resa incondizionata” come obiettivo, evitando di specificare ulteriori dettagli operativi pubblicamente.
La Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha risposto in modo sfidante, respingendo ogni ipotesi di resa. Secondo Teheran, non ci sono mai state richieste formali di incontro con Washington. Tuttavia, tensioni tra i due paesi perdurano, con Trump che ha assicurato fermamente che “è mai troppo tardi” per negoziati, ma che adesso l’Iran potrebbe essere in una posizione più delicata.
In attesa di sviluppi, il Pentagono si mantiene pronto a implementare qualsiasi decisione strategica venga presa dal presidente, mostrano foto satellitari militari che evidenziano la presenza di bombardieri B2 nell’Oceano Indiano, mezzi capaci di colpire infrastrutture sotterranee, come quelle nucleari in Iran.
L’Idf continua le operazioni aeree, colpendo obiettivi iraniani strategici a Teheran, mentre il regime di Teheran, per bocca di Hossein Abassi, riferisce l’abbattimento di un caccia F-35 israeliano nei pressi della capitale.
Le autorità israeliane, dal loro canto, stimolano l’interazione indiretta tramite un comunicato in persiano, suggerendo ai cittadini iraniani in difficoltà di contattare il Mossad.
Infine, il rapporto tra Stati Uniti e Israele, che va avanti da decenni, dimostra un’appoggio militare e politico solidale, sollevando questioni sulle mosse strategiche di Trump nel contesto delle tensioni con l’Iran.