A Bruxelles, si delinea un possibile accordo commerciale tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, che potrebbe prevedere una tariffa base statunitense del 10%, agevolazioni per specifici settori e un impegno da parte degli Stati Uniti per la riduzione dei dazi. Politico ha riferito da fonti diplomatiche che un’intesa preliminare non vincolante potrebbe essere raggiunta entro l’8 luglio, una scadenza fissata dal presidente americano Donald Trump. In caso contrario, gli Stati Uniti potrebbero imporre dazi del 50% in modo “reciproco”. Tuttavia, restano ancora numerosi dettagli da definire nei pochi giorni restanti.
L’Unione Europea punta a ottenere dagli Stati Uniti un impegno per un immediato sollievo sui dazi una volta raggiunto l’accordo iniziale, similmente a un’intesa già siglata tra il Regno Unito e Washington. Questa include esenzioni tariffarie per le esportazioni di automobili e acciaio, mentre i negoziati per un accordo completo sono ancora in corso. Numerosi paesi membri dell’UE hanno sottolineato che senza tali agevolazioni, un accordo non sarebbe possibile. In altre parole, l’Unione Europea richiede flessibilità da parte statunitense per accettare il dazio del 10%.
Il Commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, si recherà a Washington per un incontro cruciale con il Rappresentante del Commercio americano, Jamieson Greer. I risultati di questi colloqui verranno comunicati ai paesi membri dell’UE venerdì. Šefčovič potrebbe indicare che l’UE spera ancora in una riduzione della tariffa base del 10%. Tuttavia, i diplomatici hanno segnalato che, in determinate circostanze, l’UE potrebbe accettare tale percentuale.
Un’altra priorità per l’Unione Europea è ottenere tariffe ridotte per settori chiave, come quelli farmaceutico, dei semiconduttori, degli alcolici e degli aeromobili commerciali, come richiesto dal Cancelliere tedesco Friedrich Merz. Le possibilità che ciò si realizzi sono tuttavia piuttosto basse. Inoltre, Bruxelles spera ancora di negoziare una diminuzione dei dazi del 25% sulle automobili e del 50% su acciaio e alluminio. Concessioni sull’acciaio sembrano più probabili, con l’obiettivo di creare una barriera protettiva contro la sovrapproduzione cinese.
L’UE sta considerando quattro scenari diversi nei suoi rapporti con gli Stati Uniti. Lo scenario meno favorevole sarebbe una rottura totale dei negoziati, portando a un incremento dei dazi basali al 50% e ulteriori tariffe su prodotti farmaceutici e semiconduttori. Una situazione leggermente migliore sarebbe mantenere colloqui durante l’estate, mantenendo in vigore le tariffe esistenti. La soluzione ottimale consisterebbe nel concludere un accordo sulla struttura dei dazi e sulla cooperazione per arginare l’industria cinese, sebbene l’UE dovrà accettare alcune misure unilaterali statunitensi. Un’intesa preliminare potrebbe prevenire immediate ritorsioni da parte dell’UE, attualmente sospese fino al 14 luglio. Fino a ora, i paesi UE hanno sostenuto misure di ritorsione preliminari, ma una seconda serie di misure più ampie è ancora in esame.
I diplomatici ritengono che un collasso totale delle negoziazioni sia sempre meno probabile, con la possibilità di una continuazione dei colloqui anche in assenza di un’intesa entro l’8 luglio. I paesi dell’UE stanno tentando di mantenere una posizione unitaria per sostenere l’obiettivo dell’UE di firmare un accordo con Trump, nonostante differenze strategiche su come rapportarsi con la Casa Bianca. Germania e Italia, in particolare, sostengono un rapido accordo, anche a costo di maggiori concessioni. Roma appare desiderosa di mantenere relazioni positive con gli USA. D’altro canto, la Spagna ha subito alcune conseguenze per aver fatto pressione sul presidente americano, che ha minacciato di imporre nuovi dazi dopo il rifiuto di aumentare le spese per la difesa allineandosi con gli altri membri NATO.
Infine, fonti locali a Bruxelles, Berlino e altri collaboratori hanno contribuito a delineare questa situazione attuale.