Nella giornata di ieri, una squadra composta da vigili del fuoco e agenti della Protezione Civile ha operato per diverse ore allo scopo di svuotare il ruscello situato dietro la vecchia abitazione, attualmente disabitata, della nonna delle gemelle Cappa a Tromello. L’obiettivo era agevolare le ricerche e reperire eventuali tracce che potrebbero risultare utili. In serata, nel fango, è stato trovato un martello, che adesso è oggetto di approfondite verifiche da parte degli investigatori. Si sta cercando di capire se l’oggetto possa avere rilevanza in relazione all’omicidio di Chiara Poggi, la giovane studentessa di 26 anni assassinata nella propria residenza di Garlasco il 13 agosto 2007.
Recentemente si era diffusa la notizia che i carabinieri stessero esaminando il fossato di Tromello alla ricerca di un attizzatoio da camino. Tale voce è stata prontamente smentita dai genitori della vittima, i quali hanno affermato che gli strumenti del camino erano ancora tutti presenti. Tuttavia, l’attenzione è ora focalizzata su un martello mancante dalla casa, come emerso già nelle prime investigazioni, e che assume nuova valenza alla luce del recente ritrovamento lungo il canale. Infatti, la famiglia Poggi aveva precisato durante i primi sopralluoghi la scomparsa di un martello, un dettaglio che oggi riveste un’importanza non trascurabile.
Nonostante l’ex fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, sia stato già condannato in via definitiva, l’indagine non si è conclusa, esplorando ulteriori ipotesi e piste. Un elemento significativo è stato fornito dal programma televisivo Le Iene, che ha rivelato una testimonianza inedita riferita al giorno dell’omicidio. Una nuova fonte ha riportato di aver appreso da una persona, ora deceduta, che Stefania, una delle gemelle Cappa, sarebbe stata vista recarsi a Tromello trasportando una borsa pesante e chiedere le chiavi della casa di famiglia a un vicino. Poco dopo, il testimone avrebbe udito un rumore forte, simile a un oggetto che cade in acqua. La zona individuata coincide con il luogo del ritrovamento degli oggetti metallici, incluso il martello.
Le più recenti perquisizioni hanno interessato le abitazioni di amici e conoscenti, inclusi due amici del fratello di Chiara Poggi, Marco, che frequentavano la loro casa negli anni del delitto. Andrea Sempio, l’unico attualmente indagato, ha visto sequestrati vari dispositivi elettronici, come chiavette USB, computer e telefoni, al fine di ricostruire relazioni, abitudini e movimenti legati al periodo dell’omicidio. Anche la vecchia casa della nonna, abbandonata da anni e circondata da vegetazione incolta, è stata ispezionata. Qui sono stati trovati quaderni, diari scritti a mano e documenti legali.
Gli avvocati di Sempio hanno manifestato preoccupazioni sui metodi delle perquisizioni. «Andrea è tranquillo e collaborativo», ha dichiarato l’avvocata Angela Taccia, «ma le tempistiche delle perquisizioni sono state poco gradite». D’altra parte, i genitori di Chiara Poggi continuano a sostenere la colpevolezza di Alberto Stasi, attualmente in semilibertà, e si dichiarano stupiti per il proseguimento delle indagini, come espresso dal loro legale, Francesco Compagna. «Il nostro sistema giuridico assegna alle Procure un grande potere nella fase investigativa, ma ciò non giustifica il superamento della giurisdizione ignorando quanto acquisito tramite un processo regolare, basandosi su ipotesi bizzarre a quasi vent’anni di distanza».