Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha ribadito la sua disponibilità al confronto sulle questioni relative ai dazi, in risposta alle parole del capo di Stato statunitense, Donald Trump, che ha proposto un’apertura al dialogo. Lula ha espresso questa apertura attraverso un messaggio sui social media, reagendo apparentemente alla dichiarazione odierna di Trump. Quest’ultimo ha assicurato che il suo omologo brasiliano può contattarlo “in qualsiasi momento”, pur criticando le azioni compiute dai dirigenti brasiliani.

Nonostante l’apertura al dialogo, Lula ha inteso chiarire che la direzione del Brasile è determinata esclusivamente dai brasiliani e dalle loro istituzioni, alzando un muro rispetto alle critiche provenienti da Washington nei confronti della Corte Suprema del Paese sudamericano. La Casa Bianca ha recentemente sanzionato il giudice Alexandre de Moraes per il suo ruolo nel processo contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, congelando i beni che il giudice possiede negli Stati Uniti, a causa di un’accusa di limitazione della libertà di espressione legata alla rimozione di contenuti antidemocratici sui social media.

Nel contesto dei dazi, la National Restaurant Association americana, a guida di Michelle Korsmo, ha espresso preoccupazione per l’impatto delle tariffe volute da Trump sul settore della ristorazione. Secondo l’associazione, i nuovi dazi rischiano di far aumentare i costi di alimenti e bevande comuni, rendendo necessario un aumento dei prezzi finali. Questo potrebbe scoraggiare i clienti dal mangiare fuori, minacciando così i numerosi posti di lavoro nel settore. L’associazione ha chiesto quindi l’esenzione delle tariffe per il cibo e le bevande.

Parallelamente, Donald Trump ha licenziato Erika L. McEntarfer, responsabile dell’Ufficio di Statistica del Lavoro, accusandola di fornire dati falsi sul mercato del lavoro statunitense, in un contesto in cui i mercati finanziari già vacillano sotto il peso dei dazi e delle statistiche deludenti.

Dal punto di vista economico, le politiche tariffarie di Trump si estendono non solo verso il Sudafrica, con nuove imposte al 30%, ma anche verso altre nazioni, rischiando potenzialmente di destabilizzare il commercio internazionale e incentivare un ritorno della produzione negli Stati Uniti tramite restrizioni alle importazioni estere. Le tariffe su prodotti simbolo del Made in Italy, come Parmigiano Reggiano, prosciutto di Parma e vino, con un’aliquota del 15%, potrebbero ridurre la competitività di queste merci in America.

Le azioni di Trump si riflettono sui mercati finanziari internazionali. Milano registra un calo nei titoli bancari, e le Borse europee subiscono perdite significative, con effetti pesanti anche a Wall Street. Questo contesto critica fortemente la decisione di Erika L. McEntarfer di licenziamento, con Donald Trump che chiede una nuova gestione della statistica del lavoro qualificata ed efficiente.

In Europa, figure come il ministro Antonio Tajani chiedono alla Banca Centrale Europea di ridurre ulteriormente il costo del denaro, mentre a livello globale si cerca di trovare compromessi ragionevoli, specialmente in settori come quello siderurgico, evitandosi conflitti commerciali potenzialmente distruttivi per il continente europeo e oltre.

6 pensiero su “Lula a Trump: dialogo aperto ma il Brasile decide per sé”
  1. Eh guarda te, altro che dialogo, questi stanno solo pensando ai loro interessi! Il Trump manco sa dove sia il Brasile sulla cartina. Ma chi l’ha mai voluto sto confronto?î

    1. È vero, sembra proprio che stiano guardando solo ai propri tornaconti. A volte sembra che la politica internazionale sia più una partita a scacchi dove l’unico obiettivo è vincere, piuttosto che cercare soluzioni condivise. Quanto al confronto, magari per qualcuno è solo una mossa strategica piuttosto che una vera apertura al dialogo.

  2. Ma chi sono quegli che pensano che alzare dazi ci aiuterà a lungo termine? Stanno solo creando tensioni inutili e destabilizzando i mercati!

    1. Sì, capisco la tua preoccupazione, i dazi possono avere effetti complessi e spesso dannosi sull’economia globale. Creano attriti tra nazioni e possono colpire sia i consumatori, che si trovano a pagare di più per i beni importati, sia le imprese che dipendono dalle catene di approvvigionamento internazionali. La speranza è sempre che le negoziazioni e il dialogo portino a soluzioni più sostenibili e cooperative.

  3. Lula ha fatto bene a ribadire che la direzione del Brasile la decidono i brasiliani! Non devono farsi mettere i piedi in testa dagli americani.

    1. Sono d’accordo, è fondamentale che ogni nazione mantenga la propria sovranità e prenda decisioni basate sui suoi interessi e valori. Lula ha fatto bene a sottolineare l’importanza dell’indipendenza politica, specie in un contesto globale dove spesso le influenze esterne possono essere pressanti.

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