La creazione di un’estensione di “Belve” che fosse sia credibile sia coerente presentava non poche difficoltà, ma Francesca Fagnani, giornalista specializzata in inchieste piuttosto che conduttrice televisiva, ha magistralmente raggiunto questo obiettivo. Avvalendosi della sua esperienza nel settore, Fagnani ha saputo adattare il suo approccio in “Belve Crime” al diverso contesto dei suoi interlocutori: non più con un tono brillante e provocatorio, bensì mantenendo una calma e una preparazione esemplare, senza mai perdere il controllo della situazione e restando sempre concentrata sui casi affrontati in ogni episodio. Il vero punto di forza della sua conduzione risiede nel porsi sul medesimo livello degli intervistati, dimostrando empatia e una conoscenza profonda degli argomenti trattati.

Sicuramente, uno degli episodi più rilevanti di “Belve Crime” è stato quello che ha coinvolto Massimo Bossetti. Dopo la docuserie diffusa da Netflix, Bossetti sembrava credere che un’apparizione sul servizio pubblico potesse influenzare positivamente l’opinione pubblica nei suoi confronti. Tuttavia, Fagnani, seguendo l’esempio di Franca Leosini con “Storie Maledette”, ha deciso di seguire strettamente gli atti processuali dall’inizio alla fine, mettendo in luce numerose contraddizioni delle dichiarazioni di Bossetti pur continuando a prestare ascolto.

Con un look sobrio, composto da camicia bianca e pantaloni neri, simile a quello scelto da altre note personalità televisive come Ilary Blasi e Belén Rodriguez, Fagnani ha gestito le interviste con fermezza, senza alzare il tono della voce, dimostrando flessibilità senza cedere a compromessi, e incalzando gli interlocutori senza risultare impertinente.

Un frangente significativo dell’intervista a Bossetti si è avuto quando questi ha criticato il comportamento del padre di Yara Gambirasio, che si era recato in cantiere il giorno della sparizione della figlia. Fagnani ha sottolineato quanto fosse inopportuno intraprendere quella direzione, poiché il dolore e l’angoscia possono indurre reazioni incontrollate, e nessuno può giudicare tali comportamenti. Questa intervista ha messo in evidenza le numerose incongruenze nelle affermazioni di Bossetti e l’incapacità di ricordare dettagli importanti mentre forniva descrizioni specifiche che difficilmente si ricordano in una “giornata qualunque”, come il nevischio sulla strada o un clacson ad un incrocio.

Attraverso quest’episodio, “Belve Crime” ha aperto la strada a una nuova serie di interviste nel panorama giudiziario, caratterizzate da un approccio clinico, maturo e consapevole. L’obiettivo è di sviluppare ulteriori episodi di questo nuovo filone, soprattutto in un momento in cui le celebrità disposte a sedersi su quello sgabello iniziano a diminuire.

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