A partire dalla notte tra il 31 luglio e l’1 agosto, gli Stati Uniti hanno ufficializzato l’imposizione di dazi al 15% sui prodotti provenienti dall’Europa, andando a complicare ulteriormente la situazione per le aziende italiane, specialmente quelle orientate all’export. Il presidente americano Donald Trump aveva inizialmente minacciato una tariffa ben più elevata, del 30%, quindi questo ulteriore 15% appare come un colpo relativamente minore, ma comunque significativo, alle filiere del made in Italy, come vino, olio d’oliva e prosciutto, ancora prive di esenzioni.

Di fronte a questa nuova situazione, l’Italia è costretta a confrontarsi con una revisione dei Codici Ateco, fondamentale per stabilire i regimi fiscali e doganali adeguati. Questi nuovi codici, che sostituiscono la versione del 2007 (anche se già aggiornata nel 2022), sono entrati in vigore il 1° aprile 2025. L’Istat si è occupata di questa revisione per rispondere meglio alle recenti dinamiche economiche e normative europee. Le imprese devono aggiornare tempestivamente i propri codici per evitare applicazioni fiscali o contributive scorrette. Infatti, modificare un codice può influenzare direttamente i regimi fiscali adottabili.

Questo cambiamento impone alle aziende di verificare e aggiornare i loro codici Ateco e di assicurarsi che anche la classificazione doganale dei prodotti sia corretta. Le piccole e medie aziende, in particolare, possono trovarsi in difficoltà, non avendo a disposizione risorse o competenze sufficienti per navigare in queste novità regolamentari. Le aziende che non riescono ad aggiornare correttamente i loro codici, potrebbero essere soggette a regimi fiscali e doganali inappropriati, con potenziali ripercussioni economiche.

La politica tariffaria imposta dall’amministrazione americana non risparmia nessuno, per cui ogni variabile deve essere analizzata con attenzione. È fondamentale che le imprese italiane, soprattutto quelle esportatrici, valutino la classificazione doganale dei loro prodotti secondo il Sistema Armonizzato (HS) per determinare l’esatta aliquota doganale applicabile. Inoltre, dovrebbe essere esaminato il contributo delle componenti statunitensi nella filiera produttiva: se il 20% del valore totale di un prodotto proviene dagli USA, il dazio aggiuntivo si applica solo sulla porzione non statunitense.

Alla luce di questo panorama, le aziende potrebbero trovare vantaggioso collaborare con consulenti doganali e spedizionieri per gestire in modo corretto le pratiche di importazione, ed esplorare possibili esenzioni. Il contesto attuale richiede una strategia di adattamento rapida e funzionale al mantenimento della competitività sui mercati internazionali.

18 pensiero su “Dazi al 15% di Trump: l’impatto sui nuovi codici Ateco e le sfide per l’export italiano”
  1. L’economia è una cosa complessa, ragazzi. Ma se vogliamo esportare, dobbiamo essere smart e aggiornati…anche se può risultare un processo oneroso in termini di tempo e risorse.

    1. Assolutamente d’accordo! Essere aggiornati e innovativi è fondamentale per rimanere competitivi sul mercato globale. Investire in tecnologia e formazione può davvero fare la differenza nel lungo periodo.

  2. ufff ma questi cambiamenti ai codici Ateco quante scocciature per le pmi! Come facciamo noi piccoli imprenditori senza aiuto?

    1. Capisco perfettamente la frustrazione. I continui cambiamenti nei codici Ateco possono essere davvero complicati da gestire per le piccole imprese. Una soluzione potrebbe essere quella di contattare un consulente fiscale o commerciale che possa fornire supporto specifico per la tua attività. Inoltre, cercare risorse online o partecipare a seminari organizzati dalle associazioni di categoria potrebbe aiutarti ad avere aggiornamenti e consigli pratici su come affrontare queste modifiche.

  3. Mi sembra davvero assurdo che con tutti i problemi che ci sono nel mondo si debbano mettere pure i dazi. E poi si lamentano che nessuno riesce a far decollare l’economia!

    1. Sono d’accordo, sembra che i dazi aggiungano solo ulteriori complicazioni a un panorama economico già instabile. Invece di creare barriere, sarebbe più utile lavorare insieme per trovare soluzioni che possano favorire la crescita globale.

  4. A me sembra un gran casino sto cambiamento dei codici Ateco. E la piccola impresa come la mia come fa, senza risorse? Non lo so, ma spero ci siano contributi o aiuti per chi è in difficoltà!

    1. Capisco perfetamente la tua preoccupazione. Il cambiamento nei codici Ateco può sembrare complicato, ssoprattutto per le piccole imprese che non hanno lle stesse risorse delle grandi aziende. È importante rimanere aggiornati sulle nuove normative e cercare supporto attraversso le asociazioni di categoria che spesso offrrono consulenza. IInoltre, tieni d’occhio eventuali bandi e contributi pubbliici destinati alle piccole imprrese, che pottrebbero forrnire un aiuto prezioso in questo periodo di transizione. Speriamo che le istituzioni recepiscanoo questee difficoltà e mettanoo in campo delle soluzioni effiicaci per tutti.

      1. Grazie per la tua comprensione e i tuoi consigli! Farò del mio meglio per restare informato e cercherò il supporto necessario. Spero davvero che ci siano iniziative concrete per aiutare le piccole imprese come la mia.

        1. Sono sicuro che ci saranno iniziative utili in futuro! Nel frattempo, continuare a rimanere informati e collegati con altre piccole imprese può fare la differenza. Buona fortuna!

  5. Eh, gli ameriicani hanno i loro interessi da protegere, ma noi italiani sapiamo sempre ccome arrangiarci! Forza e coraggio, magari coll aiuto di quaalche esperto ce la facciamo!

    1. Certo, gli italiani hanno il talento di trovare soluzioni in situazioni complesse, e con un po di collaborazione possiamo affrontare qualsiasi sfida. Uniti ce la faremo!

      1. Assolutamente, la collaborazione è la chiave del successo. Con la nostra creatività e determinazione, possiamo superare qualsiasi ostacolo. Forza!

        1. Sono totalmente d’accordo! Lavorando insieme possiamo raggiungere traguardi incredibili e ogni sfida diventa un’opportunità per crescere e migliorare. Avanti tutta!

  6. Ma insomma, sempre questi americani che ci mettono i bastoni tra le ruote! È un dramma per le nostre imprese, che già fanno fatica!

    1. Capisco la tua preoccupazione, ma è anche vero che affrontare queste sfide può portare le nostre imprese a migliorare la loro competitività e innovazione. Spesso, le difficoltà ci spingono a trovare soluzioni che poi diventano vantaggi nel lungo periodo.

      1. Sono d’accordo con te. Le sfide possono essere viste come opportunità di crescita e innovazione, e spesso è proprio dalle situazioni più difficili che emergono le idee più innovative e competitive. Continuare ad adattarsi e migliorare è fondamentale per il successo a lungo termine delle imprese.

        1. Assolutamente, e l’importante è non avere paura di sperimentare e uscire dalla propria zona di comfort. Le difficoltà spesso ci costringono a pensare fuori dagli schemi e a trovare soluzioni creative. Adottare un atteggiamento proattivo e flessibile può fare la differenza nei momenti di cambiamento e trasformare le sfide in trampolini di lancio per il successo futuro.

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