Dopo anni trascorsi a raccontare gli eventi del mondo, dai fatti politici alla cronaca, Concita De Gregorio si dedica ora a una nuova avventura: il suo primo romanzo, “Di madre in figlia”, edito da Feltrinelli. Pur ispirandosi a eventi reali, la scrittrice intreccia la trama a partire dalle vicende personali e familiari. Il racconto si snoda attorno a tre generazioni di donne – una nonna, sua figlia e la nipote – che si ritrovano a condividere segreti e memorie lontane. Marilù, figura indipendente e priva di convenzioni, vive isolata in un luogo remoto e accoglie, per un breve periodo, Adelaide, l’adolescente figlia di Angela. Questo soggiorno diventa l’occasione per svelare antiche ferite e ricomporre silenzi rimasti a lungo inespressi.
I personaggi, benché frutto dell’immaginazione, sono intrisi di realtà e raccontano un legame al femminile che la De Gregorio voleva esplorare da tempo, in particolare concentrandosi sulle dinamiche della sua famiglia materna. Spesso è la linea paterna ad emergere nella narrazione delle generazioni, ma è la linea femminile che tramanda tratti e inclinazioni rivelatori di un DNA invisibile ma potente.
La scelta di Concita di dedicarsi a questo progetto letterario si radica anche in una sfida personale. Dopo una diagnosi di tumore al seno nel 2022, la scrittrice ha trascorso un periodo di riflessione e ridefinizione delle priorità, ponendo al centro la propria esperienza di vita e il valore del tempo.
I protagonisti del romanzo vivono in un equilibrio tra cura e possibile danno, uno stato di costante attenzione che rispecchia la complessità degli affetti umani. Adelaide rappresenta la gioventù contemporanea, mentre Angela e Marilù incarnano epoche di cambiamenti sociali e familiari, dagli anni Settanta agli anni Novanta.
Il romanzo di Concita è un viaggio tra generazioni, un’indagine su come l’amore e la cura possano sia nutrire che ferire, a seconda del momento e delle circostanze. La narrazione offre uno sguardo intimo e universale sulle relazioni familiari, mettendo in luce il difficile equilibrio che caratterizza i legami tra genitori e figli.