Durante un pomeriggio d’inverno, una giovane ragazza, spinta dalla curiosità, fruga in un cassetto nella stanza dei genitori mentre gli adulti sono fuori per fare la spesa. Trova lì, non troppo nascosto, un album fotografico con una copertina rossa e inizia a sfogliarlo. Le immagini le rivelano suo padre vestito da prete, con paramenti sacri verdi e oro, all’interno di una chiesa. Questo inatteso ritrovamento è un evento vissuto da Agnese Pini, direttrice del Quotidiano Nazionale, recentemente nominata presidente della casa editrice Longanesi. Agnese ha deciso di raccontare la storia della sua famiglia nel libro “La verità è un fuoco”, edito da Garzanti.
Fino a quel giorno di scoperta, quando aveva solo 13 anni, Agnese credeva di conoscere tutto sulla sua famiglia, composta dai suoi genitori, Adriano e Mira, entrambi laureati in lettere a Pisa e insegnanti, e dai suoi fratelli adottivi, Barbara e Flavio, originari del Perù. Quella sera, durante la cena, esplose la sua domanda: «Papà, è vero che eri un prete?». Nel suo libro, Agnese descrive il volto del padre come se fosse in pezzi, con guance arrossate e una tensione sugli occhi e sulle labbra che precedeva il pianto. La sua reazione iniziale fu di rifiuto, non voleva accettare l’idea di essere la “figlia del prete”. Voleva tornare a quando suo padre era, per lei, semplicemente un insegnante di lettere, con capelli scuri e caratteristici occhiali spessi, in servizio all’istituto di Ragioneria di Carrara.
In cerca di risposte, a 16 anni decise di lavorare come archivista volontaria nella biblioteca del seminario di Sarzana, lo stesso dove il padre aveva studiato. Durante quel periodo, immaginava suo padre nei corridoi alla sua stessa età. L’infanzia contadina del padre, trascorsa a Novegina (un paese ormai scomparso), e le messe officiate nella parrocchia di Vezzano, vicino La Spezia, prendono forma nelle sue ricerche. L’incontro con la madre avvenne all’università di Pisa, dedicandosi insieme alle rispettive tesi. La scrittura del libro è stata per Agnese Pini una scoperta profonda delle radici familiari. Ha confessato che da giovanissima desiderava solo una vita conformista: «Non volevo che mio padre fosse stato un prete, desideravo un padre come tutti gli altri».
Col tempo, tuttavia, iniziò a prevalere il desiderio di comprendere. Voleva sapere cosa avesse spinto suo padre a rinunciare a una vocazione apparentemente così forte. La risposta, semplice e al contempo complessa, emergente dall’amore per sua madre, non era fatto di “tentazione”, come spesso si dipinge, ma di un amore autentico. E così, attraverso il suo lavoro letterario, Agnese è riuscita a arrivare ad una nuova consapevolezza: «Vi siete scelti per amore».