Nel contesto carcerario italiano, il nome di Emanuele De Maria era noto come quello di un detenuto modello all’interno della casa circondariale di Bollate. Grazie a tale reputazione, aveva ottenuto l’opportunità di lavorare all’esterno, precisamente come receptionist nell’hotel Berna, situato nei pressi della stazione Centrale di Milano. Nonostante un passato macchiato da un’accusa di omicidio, che gli aveva comportato inizialmente una condanna di 14 anni, poi ridotta a 12 in appello, De Maria aveva iniziato a ricostruire una parvenza di normalità.

Tuttavia, la situazione è precipitata nel maggio del 2023. Venerdì 9 maggio, le telecamere di sorveglianza del parco Nord hanno filmato De Maria in compagnia della collega Chamila Arachchilage Dona Wijesuriya. Entrambi si dirigevano verso l’abitazione della donna, che condivideva con il marito e il figlio. Purtroppo, queste sono le ultime immagini di Chamila in vita. Il suo corpo è stato ritrovato domenica 11 maggio in un’area verde, con segni evidenti di ferite mortali alla gola e ai polsi. Si stima che il tragico evento sia avvenuto intorno alle 15.30 di venerdì, poco dopo l’ultimo movimento registrato dal contapassi del suo telefono.

Dalle ricostruzioni delle autorità emerge che, alle 17 dello stesso giorno, le telecamere della metropolitana, alla fermata Bignami, mostrano De Maria con indosso la borsa della vittima. Il cellulare della donna verrà utilizzato per contattare la madre e la cognata, durante una chiamata in cui De Maria pronuncerà parole di disperazione al riguardo dell’accaduto.

La drammatica serie di eventi è culminata domenica 11 maggio, quando De Maria si è recato alle terrazze del Duomo di Milano, privo di documenti ma con una fotografia e una ciocca di capelli di Chamila. Si è lanciato nel vuoto, venendo in seguito identificato grazie ai tatuaggi, tra cui un Perseo che recide la testa di Medusa, presente sul suo addome.

Prima del disperato gesto finale, il sabato mattina, ha tentato di uccidere un altro collega, Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, all’esterno dell’hotel Berna, episodio che ha ulteriormente evidenziato la spirale di violenza vissuta in quei giorni.

Questa storia si inserisce in un passato già segnato dal crimine per De Maria. Nel 2016, a Castel Volturno, aveva accoltellato a morte una giovane di 23 anni, Racheb Oumaima, un crimine per il quale era stato inizialmente condannato a 14 anni dopo un rito abbreviato. Prima di giungere a Bollate, aveva trascorso del tempo nelle carceri di Rebibbia e Secondigliano.

Il corso degli eventi che ha portato alla tragedia dell’11 maggio lascia aperte molte domande, mentre le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio di questa tragica vicenda.

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