La notte passata, intorno all’1.25 ora italiana, un potente terremoto di magnitudo 8,8 ha scosso la penisola della Kamchatka, secondo quanto riferito dall’Istituto di geofisica americano (Usgs). Questo evento sismico si è verificato a una profondità di 20,7 chilometri, situato approssimativamente a 126 chilometri da Petropavlovsk-Kamchatsky, la città principale della regione. In pochi minuti, il mondo ha ricevuto conferma dell’intensità del sisma dalle reti globali di monitoraggio sismico.

La Kamchatka, regione scarsamente popolata ma intensamente monitorata dai sismologi, ha vissuto un sisma che la inserisce nella ridotta lista dei luoghi che hanno affrontato i terremoti più potenti della storia. Con una magnitudo di 8,8, questo terremoto eguaglia quelli storici di Esmeraldas in Ecuador nel 1906 e di Biobio in Cile nel 2010. Solo il cataclisma di Tohoku in Giappone, con una magnitudo di 9,1 nel 2011, ha superato il recente evento in termini di potenza.

La regione di Kamchatka è situata su un punto di convergenza delle placche tettoniche del Pacifico, rendendola particolarmente soggetta a eventi sismici e vulcanici. Nello scenario globale degli ultimi cento anni, solo cinque terremoti sono stati più intensi di quello appena avvenuto. La classifica dei maggiori terremoti registrati comprende eventi significativi come quello di Valdivia in Cile nel 1960, con una magnitudo di 9.5, e quello di Sumatra in Indonesia nel 2004, di magnitudo 9,3.

In seguito al terremoto, l’allarme tsunami è stato esteso fino alle coste dell’Alaska, Hawaii e lungo la costa del Pacifico fino alla Nuova Zelanda. Nelle aree russe più prossime all’epicentro, danni materiali sono stati riportati e le evacuazioni sono state effettuate, sebbene non si segnalino feriti gravi. La prima onda di tsunami ha raggiunto Severo-Kurilsk, il principale insediamento delle isole Curili. Il governatore Valery Limarenko ha assicurato che gli abitanti sono stati messi al sicuro sulle colline fino a quando il rischio non sarà del tutto passato.

Questo importante evento sismico continua a sottolineare la fragilità delle regioni situate lungo le linee di faglia del Pacifico e la necessità di una continua vigilanza e preparazione per mitigare i danni derivanti da simili catastrofi naturali.

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