Nell’opera del cardinale Ouellet, viene riportata un’omelia del Papa Leone XIV, focalizzata sul tema delle vocazioni e dell’incontro con le difficoltà che ogni fedele può affrontare. Come vediamo attraverso la storia di Giuseppe, descritta nella prima lettura, la Provvidenza di Dio accompagna ogni passo del cammino umano, anche quando questo sembra attraversare momenti di buio e avversità.
Nel racconto biblico, i fratelli di Giuseppe, accecati dall’invidia per l’amore che il padre Israele nutre per lui, decidono di venderlo agli Ismaeliti. Questo episodio, reinterpretando la storia di Caino e Abele, ci mostra come il peccato abbia la capacità di incrinare anche i legami più stretti, quelli familiari. Tuttavia, la storia di Giuseppe è guidata da una mano divina: condotto in Egitto, egli supera le difficoltà rimanendo fermo nella fede, finché la sua fedeltà non viene premiata dal Signore.
La narrazione evangelica di oggi, invece, mediante una parabola, sintetizza il rapporto travagliato di Israele con Dio. Il popolo eletto, al quale Dio rivolge sempre gesti di amore e fiducia, è incaricato di far fruttare la vigna del Signore. Tuttavia, quando l’uomo inizia a sentirsi padrone della vigna, anziché un semplice collaboratore, ne deriva una sequela di errori che culmina nella uccisione del figlio del vignaiolo. Quello di Israele è il cammino di ogni credente, chiamato a rispondere con fedeltà alla vocazione divina, nonostante le tentazioni.
Entrambe le storie presentano un parallelismo sulla risposta umana alla chiamata divina. Giuseppe, nonostante le sfide, resta fermo nella sua fedeltà, ottenendo così il bene per sé e per il suo popolo. Al contrario, i capi del popolo di Israele ci mostrano cosa avviene quando si fallisce nel rispondere all’amore divino.
Ogni uomo e ogni donna hanno ricevuto una chiamata unica e con essa i doni necessari per compiere una missione specifica, per servire i fratelli che li circondano. L’invito è quello di interrogare continuamente la propria risposta alla vocazione ricevuta, sempre nel rispetto dell’altro, visti non come rivali ma come compagni di un cammino comune.
In questo periodo quaresimale, è fondamentale riflettere su come si risponde alla propria vocazione, scorgendo Dio nei volti che si incontrano ogni giorno. Questo è il percorso di crescita spirituale e di servizio che il Signore ci propone.