Dopo una votazione segreta condotta dai cardinali riuniti nel Conclave, che determina l’elezione di un nuovo Pontefice, vengono poste all’eletto due domande fondamentali: se accetta la sua elezione canonica e quale nome desidera adottare come Sommo Pontefice. Queste domande vengono rivolte dal cardinale decano, che presiede l’assemblea, e, nel caso presente, è Giovanni Battista Re a porle. Se accetta, l’eletto risponde annunciando il nome scelto. Qualora decida di rinunciare, una fumata nera, generata da una miscela comprendente zolfo, indicherà all’esterno che l’elezione non è avvenuta.

Una volta accettata l’elezione, le schede utilizzate nel conclave vengono bruciate con una sostanza che produce una fumata bianca, segnalando così al mondo l’avvenuta scelta del 267esimo successore di San Pietro. L’utilizzo delle fumate per comunicare il risultato delle elezioni papali ha una lunga storia: mentre inizialmente la fumata era un segnale negativo, nel 1900 si stabilì la distinzione tra fumata nera e bianca. Curiosamente, nei secoli passati esisteva anche una “fumata gialla” utilizzata come controllo tecnico.

Successivamente, il nuovo Pontefice si ritira nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime”, situata all’interno della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta la veste papale. In questo locale, trova tre talari di diverse misure e, supportato dal Maestro delle Cerimonie Pontificie, sceglie quella più adatta. Questo momento segna simbolicamente il passaggio dalla vita cardinalizia a quella papale.

Conclusa la vestizione, il neo-eletto Papa torna nella Cappella Sistina, prende posto sulla “Cattedra di Pietro” e legge un passaggio chiave del Vangelo di Matteo legato al suo nuovo ruolo. In seguito, i cardinali si avvicinano per esprimere ossequio e fedeltà al nuovo Pontefice. Il conclave si conclude ufficialmente con il canto del Te Deum.

L’annuncio dell’elezione viene fatto dal cardinale protodiacono Dominique Mamberti dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro. Qui pronuncia la famosa espressione “Habemus Papam”, svelando il nome scelto dal nuovo capo della Chiesa cattolica. Questo annuncio è in parte ispirato al Vangelo di Luca, che descrive la proclamazione della nascita di Cristo ai pastori.

Poco dopo, il nuovo Papa si affaccia per la sua prima apparizione pubblica, da dove concede la solenne benedizione “Urbi et Orbi”. Questo atto si ripeterà in occasioni importanti come Natale e Pasqua. Le parole iniziali pronunciate dal Papa al popolo sono spesso di grande impatto e rimangono nella memoria storica, come quelle di Giovanni Paolo II o di Papa Francesco dopo l’elezione del 2013.

In questa occasione, il cardinale Robert Francis Prevost, scelto come Papa Leone XIV, saluta la folla con le parole: “La pace sia con voi”. La sua elezione segna un nuovo capitolo nella storia contemporanea della Chiesa.

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