Nel 2017, durante le indagini sull’omicidio avvenuto nella villetta di via Pascoli a Garlasco, emerse un nuovo elemento: l’impronta numero 33, che ha riacceso l’interesse sui movimenti di Andrea Sempio all’interno dell’abitazione. Chiara, la vittima, viveva in quella casa insieme all’amico Marco Poggi. Inizialmente, le testimonianze indicavano che Sempio frequentasse solo il salone e la camera da letto di Chiara, al primo piano, assieme al gruppo di amici composto da Poggi, Sempio, Biasibetti, Freddi e Capra, spinto dalla comune passione per i videogiochi. Tuttavia, le recenti dichiarazioni suggeriscono un accesso più esteso alla casa, escludendo unicamente la camera da letto dei genitori.
In un’intervista a “Chi l’ha visto?” e successivamente in dichiarazioni legali, Sempio conferma di aver avuto mobilità in tutta la casa. Poggi, interrogato dagli inquirenti, aveva delimitato inizialmente le aree frequentate, evidenziando l’uso delle consolle nel salone e il computer nella stanza di Chiara. Le visite di Sempio avvenivano prevalentemente nei pomeriggi infrasettimanali per giocare ai videogiochi.
Nonostante la difesa di Sempio usi questi dettagli per giustificare la presenza del suo Dna, i genitori di Marco, in un’intervista, negano che Sempio entrasse spesso in casa, sostenendo che solitamente attendeva fuori e si allontanava con Marco. Tuttavia, l’impronta 33, trovata sulle scale che conducono al seminterrato, sembra contraddire queste affermazioni. L’avvocata Taccia, che rappresenta Sempio, ha ribadito che il ragazzo frequentava tutti gli ambienti della casa, ad eccezione della camera dei genitori.
L’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha minimizzato l’importanza dell’impronta, affermando che non presenta tracce di sangue e che le scale erano un luogo comunemente percorso da Marco e Sempio. Tuttavia, questa affermazione non è pienamente supportata dalle memorie iniziali della famiglia Poggi, che localizzavano la consolle principale nel salone.
Il caso di Garlasco continua ad essere analizzato con attenzione, mentre nuove indagini e tecniche cercano di far luce sulla presenza di Sempio sulla scena del crimine, cercando di risolvere i punti ancora controversi. Il procuratore Fabio Napoleone è stato determinante nella riapertura del caso, ampliando l’analisi dei reperti e le indagini su possibili prove trascurate in precedenza.