Nel contesto delle indagini su Equalize, è emerso che il cantante Alex Britti non avrebbe mai immaginato di trovarsi al centro di un sistema che avrebbe potuto fabbricare “false prove” nei suoi confronti. Questa rivelazione è giunta durante la sua testimonianza agli investigatori. Le indagini indicano che Fulvio Pravadelli, ex dirigente della Veneranda Fabbrica del Duomo, avrebbe incaricato Equalize di raccogliere informazioni su Britti nel corso della separazione dal partner.

A gennaio del 2023, si è verificato un accesso illecito allo Sdi, il database informatico delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di acquisire dati sul cantante. Secondo le ricostruzioni, Britti sarebbe stato seguito e sottoposto a un controllo da parte della polizia alla Stazione Centrale di Milano, assieme al suo manager. Un’intercettazione di Carmine Gallo, ex poliziotto coinvolto nelle indagini e nel frattempo deceduto, ha evidenziato come si sia orchestrato il controllo affermando: “Li abbiamo fatti fermare inventandoci che uno dei due poteva avere qualcosa”.

Nella sua testimonianza, Britti ha raccontato come il controllo si sia limitato alla verifica dei documenti da parte di due agenti in divisa, che lo hanno salutato in modo cordiale. Tuttavia, l’artista nutre timori più profondi: “Temevo attacchi, ma non avrei mai pensato che si potesse giungere a quanto emerso dall’inchiesta”. Riteneva possibile anche la creazione di prove false contro di lui visto che non emerse nulla dai pedinamenti e dalle verifiche.

Interrogato dal pubblico ministero sulla consapevolezza di essere seguito, Britti ha negato di essersene mai accorto. Racconta inoltre l’ansia vissuta quando l’indagine è diventata di pubblico dominio, menzionando notti insonni e l’impatto della scoperta di essere uno degli obiettivi. L’apparizione del suo nome sui media lo ha molto turbato: “Un colpo quando ho capito i rischi: fermo della polizia, essere pedinato…”.

Le indagini hanno evidenziato un unico precedente poliziesco risalente al 1991. Dopo gli accessi illeciti alle informazioni e i pedinamenti, si è giunti al controllo alla stazione. Britti ha infine apprezzato l’intervento delle autorità che, a suo avviso, ha impedito la terza fase del piano: l’eventuale creazione di false prove contro di lui.

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