Nelle ultime ore, una vicenda che ha coinvolto Valeria Fabrizi e sua figlia Giorgia Giacobetti è stata riportata dal quotidiano La Nuova Sardegna. L’attrice, celebre per il ruolo di Suor Costanza nella serie televisiva di Rai 1 “Che Dio ci aiuti”, si trovava insieme a Giorgia Giacobetti sulla spiaggia di Liscia di Vacca nella nota Costa Smeralda, Sardegna. Qui, è sorta una controversia riguardante l’uso di un ombrellone e due lettini, i quali, a causa di un sistema di assegnazione tramite sorteggio, non sono stati resi disponibili per loro.
L’accaduto è stato descritto con sconcerto da Giorgia Giacobetti, figlia nata dall’unione tra Valeria Fabrizi e il noto cantante e contrabbassista Giovanni Giacobetti. Attraverso i profili social, Giorgia ha dettagliato l’incidente, manifestando la sua profonda inquietudine e quella della madre. Il post condiviso su Instagram ringrazia il quotidiano per aver aiutato a divulgare un evento che considera gravissimo, esprimendo stupore per la violenza verbale subita, attribuita in parte al fatto di essere una donna. Giorgia ha dichiarato di aver mantenuto la calma, nonostante l’attacco immotivato del suo interlocutore, e ha sottolineato la sua convinzione che, se fosse stata uomo, la situazione sarebbe stata differente.
La questione è ulteriormente complicata dall’identità della persona coinvolta, descritta come un dirigente di una prestigiosa struttura alberghiera vicina. Giorgia ha sottolineato come questo soggetto non abbia una gestione totale della spiaggia, che è condivisa anche con altre strutture. Ha espresso l’auspicio che siano presi provvedimenti adeguati contro un simile comportamento.
La direzione della struttura interessata ha rigettato tutte le accuse, dichiarando che il sistema di assegnazione tramite sorteggio è stato attuato per gestire al meglio la limitata disponibilità di ombrelloni rispetto al numero elevato di ospiti. Il direttore ha dichiarato inoltre di essere stato anche lui oggetto di insulti, invertendo in parte le responsabilità dell’accaduto, e ha citato la normativa relativa all’occupazione non autorizzata di aree attrezzate.
La vicenda ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di gestione delle strutture turistiche e la civiltà dei confronti interpersonali in luoghi di villeggiatura, coinvolgendo temi di rispetto e uguaglianza di genere, lasciando aperto il dibattito sulle misure necessarie per evitare simili incidenti in futuro.