Quando si interrogano i Calibro 35, il celebre gruppo strumentale italiano, sulla scelta di utilizzare strumenti analogici in un’epoca dominata dal digitale, rispondono con semplicità. Enrico Gabrielli, tastierista e fiati del gruppo, afferma che è principalmente una questione di praticità: “Non è per seguire una moda. Semplicemente, è più veloce: si collega tutto e si suona. Inoltre, le idee fluiscono meglio senza la dispersione caratteristica degli orizzonti troppo ampi”.
Fondati nel 2007 da Tommaso Colliva, produttore e vincitore di Grammy, i Calibro 35 si sono inizialmente dedicati alla riscoperta delle colonne sonore dei film di genere, dai b-movie ai poliziotteschi. Una ricerca che, a diciotto anni di distanza, li ha condotti a nuove esplorazioni musicali con l’album “Exploration”, un lavoro ricco e diversificato. Colliva spiega l’approccio diretto e intuitivo nella realizzazione del disco, con poche sovraincisioni e qualche imprecisione volutamente mantenuta.
La band segue una regola ferrea: “Nessuno dei nostri album viene registrato in più di quattro giorni”, racconta Massimo Martellotta, chitarrista e synth. “Viviamo in città diverse e siamo molto impegnati, ma questo ci stimola: una scadenza ci rende più produttivi”. Fabio Rondanini alla batteria conferma: “La nostra è una magia che si è creata fin dal primo incontro”.
“Exploration” è una raccolta di brani da fonti varie, che va dalla colonna sonora di “Mission: Impossible” alla sigla di “Lunedì cinema” di Lucio Dalla, fino a lavori di Piero Umiliani, registrati nel suo mitico studio a Roma. “È un luogo che sembra essersi fermato al 1969”, scherza Colliva. L’album include anche del jazz, perché, come sottolinea Gabrielli, “per noi niente è sacro e tutto merita di essere esplorato”.
Oltre ai loro dischi e concerti memorabili (come quello previsto l’8 agosto al Locus di Locorotondo), la band ha guadagnato fama internazionale per essere stata campionata dai giganti dell’hip hop americano, tra cui Dr. Dre e Jay-Z. Martellotta trova sempre stimolante ascoltare l’esito di queste collaborazioni: “Una volta era percepito come un furto, ora tutti richiedono il permesso e pagano quanto dovuto, ed è vantaggioso per tutti”.
Parallelamente, i Calibro 35 compongono colonne sonore, come quelle per il film “Diabolik – Chi sei?”, la fiction Rai “Blanca” e l’atteso ritorno di “Sandokan”. Si tratta di quella che viene definita “musica funzionale”, un tempo creata da grandi maestri e oggi a rischio di essere sostituita da sottofondi generati dall’intelligenza artificiale. Rondanini riflette: “La percezione dell’arte sta cambiando totalmente tra gli ascoltatori; sembra marginale, ma è il contrario. Il problema non è la tecnologia, ma il calo degli standard. Abbiamo abbassato talmente l’asticella che ora persino una macchina può fare musica”. Tuttavia, Rondanini sottolinea un aspetto positivo: “Da anni si dice che computer e software sostituiranno i musicisti. Eppure, siamo ancora qui”.