Nella complessa arena politica europea, la questione della migrazione continua a sollevare tensioni e divisioni, colpendo al cuore la stabilità dell’area Schengen. In questo contesto, i leader di Polonia e Germania si trovano a fronteggiare pressioni interne dai partiti di destra nazionalisti, desiderosi di arginare il flusso migratorio proveniente da paesi esterni all’UE. Questi movimenti populisti, in cerca di facili consensi, sembrano minare lo spirito di Schengen, riducendolo a una mera formalità.

Varsavia ha espresso crescente insoddisfazione verso Berlino a causa dei migranti che vengono rimandati in Polonia, con il primo ministro Donald Tusk che ha annunciato l’introduzione di controlli alle frontiere con Germania e Lituania a partire dal 7 luglio. Una misura che evidenzia come i controlli di frontiera temporanei, imposti per ragioni di sicurezza, stiano diventando una pratica sempre più comune, contribuendo alla percezione che Schengen sia ormai più un concetto che una realtà concreta. Dopo anni di migrazione dall’Ucraina e, ancor prima, dal Medio Oriente, le deroghe alle normative di Schengen rappresentano una soluzione rapida per quei politici che vogliono dimostrare efficacia.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha intensificato i controlli alle frontiere, inclusa quella polacca, in risposta alle pressioni del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). Questa politica, oltre a irritare i vicini della Germania, non ha risparmiato neppure Varsavia, che vede esaurirsi la sua pazienza nei confronti delle azioni tedesche. La polizia tedesca è incaricata di respingere un numero crescente di migranti senza documenti e richiedenti asilo, inasprendo una normativa già rafforzata nell’ottobre del 2023.

Nonostante le ripetute promesse di Merz di rafforzare la collaborazione con Varsavia, percepita come cruciale per una politica di difesa europea unitaria, le tensioni persistono. I critici continuano a considerare queste misure di controllo in gran parte simboliche. I dati riportati dalla stampa polacca sottolineano come il numero di persone respinte dai tedeschi verso la Polonia tra maggio e giugno non si discosti in modo significativo dai dati dell’anno precedente. Anche le statistiche del sindacato di polizia tedesco rivelano che, nelle prime quattro settimane dall’introduzione dei nuovi controlli, solo 160 richiedenti asilo siano stati respinti, una minima parte rispetto ai circa 1.300 respinti settimanalmente per mancanza di documenti.

Le conseguenze politiche per la Coalizione Civica di Tusk sono significative, in quanto la questione migratoria continua a essere uno dei principali punti di contesa politica. Dopo la sconfitta nelle elezioni presidenziali contro il partito populista Legge e Giustizia (PiS), Tusk si trova pressato dai partiti di opposizione di destra, che richiedono una posizione più rigorosa sul tema. Mentre la Coalizione Civica e il PiS rimangono a pari livello nei sondaggi, la crescita della Confederazione di estrema destra dall’ultima tornata elettorale evidenzia ulteriormente le sfide politiche cui Tusk deve far fronte.

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