A Bruxelles, la tensione tra i socialisti e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, cresce non solo per l’agenda verde dell’Unione Europea, ma anche per il bilancio destinato alla formazione dei giovani e al supporto dei disoccupati. Von der Leyen, appartenente al Partito Popolare Europeo di centro-destra (EPP), si trova a dover collaborare con i Socialisti per garantire il passaggio delle proposte legislative nel Parlamento europeo. Tuttavia, la crescente frizione con il centro-sinistra lascia presagire difficoltà nel raggiungere un accordo sul prossimo Quadro finanziario pluriennale (MFF).

Il nodo cruciale della disputa è rappresentato dal Fondo sociale europeo, che per il periodo 2021-2027 ammonta a 142,7 miliardi di euro e ha il compito di combattere la povertà e sostenere i gruppi più vulnerabili. Von der Leyen intende riorientare una parte significativa di questi fondi verso settori come la difesa e lo sviluppo industriale. Questa strategia è stata criticata da Iratxe García Pérez, leader dei Socialisti e Democratici, che ha dichiarato che il gruppo socialista non fornirà una “carta bianca” alla Commissione, sottolineando l’importanza del Fondo sociale europeo come pilastro del bilancio comunitario.

Il gruppo socialista, secondo in grandezza nel Parlamento europeo, accusa l’amministrazione di centro-destra di promuovere un’agenda a favore delle imprese e di deregolamentazione, a discapito della coesione sociale. Recentemente, i socialisti e i liberali hanno minacciato di ritirare il loro sostegno alla maggioranza informale pro-UE di von der Leyen, in seguito al suo controverso allineamento con l’estrema destra per abrogare una legge contro il greenwashing.

Roxana Mînzatu, commissario socialista per i diritti sociali e responsabile del Fondo sociale europeo, sta levando la sua voce in difesa del fondo. Tuttavia, la sua posizione è compromessa dalla minoranza socialista in seno alla Commissione, dove i commissari dell’EPP spingono per destinare risorse verso nuove priorità strategiche. Questo dibattito riflette le profonde divisioni ideologiche all’interno delle istituzioni europee e solleva interrogativi sul futuro delle politiche sociali dell’UE.

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