Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha deciso di assegnare 30 milioni di dollari alla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). Questa organizzazione, appoggiata da Stati Uniti e Israele, si occupa della distribuzione di cibo a Gaza, ed è stata più volte criticata dall’ONU. Secondo le informazioni fornite dai media americani, questo finanziamento rappresenta un impegno ufficiale del governo statunitense verso la Ghf. L’organizzazione collabora attivamente con l’esercito israeliano. In seguito alla ripresa della distribuzione degli aiuti, successivamente al blocco imposto da Israele e senza la partecipazione diretta dell’ONU, numerosi civili sono rimasti vittime dei confronti militari nei pressi dei centri di distribuzione. L’ONU ha criticato aspramente questo approccio, definendolo un “abominio” e una “trappola mortale”.

In un altro sviluppo, la portavoce della Casa Bianca, Karol Leavitt, ha affermato che l’ayatollah Ali Khamenei tenta di mantenere una facciata di controllo. Queste dichiarazioni sono giunte in risposta alle affermazioni della Guida Suprema dell’Iran che ha cercato di sminuire i danni causati dai bombardamenti americani sui siti nucleari iraniani. “Abbiamo visionato il video dell’ayatollah. In un regime totalitario è necessario mantenere le apparenze”, ha sottolineato Leavitt durante un incontro con i media.

I prossimi colloqui tra Stati Uniti e Iran, inizialmente annunciati da Donald Trump con inizio previsto per la settimana successiva, sono stati posti in stallo. Karoline Leavitt, la portavoce, ha dichiarato in una conferenza stampa che, per ora, nulla è stato fissato in agenda. Ha comunque evidenziato che l’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, sta mantenendo ‘stretto contatto’ con Teheran grazie alla mediazione del Qatar, ritenuto un partner di rilievo dagli Stati Uniti.

Steve Witkoff, l’inviato speciale per il Medio Oriente, rimane in costante comunicazione con l’Iran, come confermato da Leavitt. Nel frattempo, fonti riportano che il premier israeliano Benyamin Netanyahu desidera incontrare il presidente Donald Trump alla Casa Bianca nelle settimane a venire, anche se non è stata ancora stabilita una data.

Dall’altro lato del globo, il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che la situazione in Medio Oriente sta gradualmente migliorando, durante il suo intervento al Forum economico euroasiatico tenutosi a Minsk. Secondo le sue parole, il conflitto tra Israele e Iran si avvia verso la loro risoluzione.

Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha definito la recente vittoria contro l’Iran un’opportunità storica per espandere ulteriormente gli accordi di pace. “Abbiamo affrontato l’Iran con forza”, ha affermato in un video in ebraico recentemente pubblicato. Questa affermazione ha implicazioni importanti anche per la liberazione degli ostaggi e la sconfitta di Hamas.

Nel consesso europeo, il Consiglio Europeo ha tenuto una posizione chiara sul Medio Oriente, promuovendo il dialogo come unica via verso una soluzione durevole della questione nucleare iraniana. L’UE accoglie con favore la cessazione delle ostilità, invita tutti al rispetto del diritto internazionale e si impegna a sostenere gli sforzi diplomatici per ridurre le tensioni.

In un contesto più ampio, il dibattito nell’UE ha spinto il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, a incaricare l’alto commissario Kaja Kallas di formulare proposte in risposta alle violazioni dei diritti umani da parte di Israele nei territori di Gaza e Cisgiordania.

In sintesi, il panorama internazionale continua a essere complesso, ma forze diverse rimangono impegnate nel favorire discussioni pacifiche e negoziati a lungo termine per stabilizzare la regione del Medio Oriente.

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