In Francia, si sta delineando una strategia volta a mitigare le crescenti tensioni tra Israele e l’Iran. La Francia, assieme a Paesi partner europei, sta elaborando una proposta per risolvere il conflitto, a fronte di preoccupazioni di un possibile aggravarsi della situazione regionale. In seguito a una riunione del Consiglio della Difesa, il presidente Emmanuel Macron ha incaricato il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot di prendere in mano l’iniziativa, collaborando con stretti alleati in Europa, per formulare un accordo negoziato e rigoroso. Tuttavia, non sono stati divulgati particolari dettagli riguardo alla natura della proposta né sui partner europei coinvolti nel progetto francese.

La Francia è parte dell’E3, un gruppo che include anche il Regno Unito e la Germania, impegnato da anni nella gestione degli accordi nucleari con l’Iran. Una fonte europea ha confermato che il rappresentante diplomatico dell’UE, Kaja Kallas, si unirà ai rappresentanti dell’E3 per colloqui con il ministro degli Esteri iraniano a Ginevra, previsti per venerdì. Questo incontro di persona segue una telefonata avvenuta lunedì tra le quattro parti, con l’obiettivo di valutare gli sviluppi recenti e incoraggiare l’Iran a riprendere i negoziati.

Durante il summit del G7 tenutosi in Canada nelle prime giornate della settimana, Macron ha riferito che un’offerta era stata presentata al presidente statunitense Donald Trump, prospettando un cessate il fuoco tra Israele e l’Iran. Tuttavia, Trump ha immediatamente rigettato la dichiarazione del presidente francese, affermando che Macron “commette sempre errori”.

Macron ha inoltre rivolto un appello per l’interruzione degli attacchi militari contro civili e obiettivi che non rientrano nel programma nucleare. La presidenza francese ha sottolineato la preoccupazione di Macron per l’escalation attuale e per i raid israeliani che prendono di mira obiettivi sempre meno legati ai progetti nucleari e balistici iraniani. Nonostante gli europei abbiano chiesto moderazione e intento a limitare l’aggressività nei confronti di ufficiali iraniani di alto rango e luoghi strategici, sembra che i tentativi diplomatici finora non abbiano trovato eco a Washington e Tel Aviv.

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