A Bruxelles, si discute di un piano fiscale che potrebbe influenzare i turisti britannici e americani. La proposta mira a incrementare le entrate fiscali dell’Unione Europea e prevede l’introduzione di costi maggiori per l’ingresso nell’UE, colpendo in particolare i viaggiatori provenienti dal Regno Unito e dagli Stati Uniti. Questo nuovo prelievo servirebbe a contribuire alla restituzione del debito comune di 350 miliardi di euro, contratto nel 2021 per sostenere la ripresa economica post-pandemia da Covid-19.
Un aspetto rilevante di questa tassa è l’impatto sui visitatori britannici, i quali, dopo la Brexit, sono già soggetti a controlli più rigidi e restrizioni per l’accesso ai paesi europei. L’introduzione di ulteriori costi potrebbe ostacolare il miglioramento delle relazioni tra Londra e Bruxelles, che recentemente hanno visto qualche allentamento delle procedure ai controlli passaporti e una riduzione della burocrazia per i britannici.
L’idea di aumentare la tassa d’ingresso, superiore ai 7 euro già previsti dal sistema di informazione e autorizzazione ai viaggi in Europa (ETIAS), sta guadagnando consenso tra diverse opzioni discusse per il bilancio comunitario. Il sistema ETIAS, che si prevede entrerà in vigore nell’ultimo trimestre del 2026, interesserà 60 nazioni esenti da visto, inclusi gli Stati Uniti e il Regno Unito, e qualsiasi aumento delle tariffe si applicherebbe agli abitanti di tali paesi.
La presidenza del Consiglio polacco, che detiene la carica a rotazione, ha suggerito la possibilità di un incremento progressivo di questa tassa per garantire una continua fonte di introiti. Tuttavia, il portavoce della Commissione europea ha indicato che una rivalutazione dell’importo potrebbe essere necessaria per adeguarsi all’inflazione dal 2018, quando fu stabilita la cifra iniziale di 7 euro. Nonostante la misura sia politicamente accettabile, le entrate previste non supererebbero il miliardo di euro annuali, un valore modesto se si considera che il rimborso del debito dell’UE ammonterà tra i 25 e i 30 miliardi di euro all’anno dal 2028.
Un’altra proposta per incrementare le entrate fiscali riguarda l’imposizione di una tassa di 2 euro su ogni pacco importato da rivenditori online cinesi come Shein e Temu, una mossa che potrebbe contribuire ulteriormente al bilancio comunitario.