A Villa Pamphili, a Roma, è stata finalmente identificata la donna trovata senza vita insieme alla figlia. La vittima, di circa 30 anni, alta 164 cm e dal peso di 58 kg, era stata rinvenuta vicino alla cancellata che si affaccia su via Leone XIII. La scoperta del corpo è avvenuta intorno alle 19:30 di sabato, ma il decesso risalirebbe a circa una settimana prima.

La bambina, di età compresa tra i sei e gli otto mesi, è stata rinvenuta tre ore prima del corpo della madre, a circa 200 metri all’interno del parco. Il decesso della piccola sembrerebbe avvenuto al massimo da due giorni. Mentre entrambe erano prive di vestiti, non vi sono segni di violenza sessuale.

L’identificazione delle due vittime è stata complessa, poiché non vi erano segnalazioni di scomparsa né in Italia né all’estero, e mancavano registrazioni presso ospedali o banche dati delle forze dell’ordine. Inizialmente si era ipotizzato un duplice omicidio; tuttavia, la causa del decesso della donna resta incerta, con test negativi su droghe e farmaci, e nessun segno di violenza. I sospetti si orientano verso una possibile morte naturale.

Diversa è la situazione della bambina, che è stata soffocata e maltrattata. L’interrogativo resta sul motivo per cui, se non si trattasse di un duplice omicidio, qualcuno sarebbe tornato sulla scena del crimine solamente per abbandonare il corpo della piccola, mentre avrebbe potuto occultarlo altrove senza collegarlo alla madre.

È difficile comprendere perché l’assassino della bambina sia ritornato nel luogo dove già si trovava il cadavere della donna quando avrebbe potuto abbandonarne il corpo in un’altra località. Ora, con l’identificazione della madre, gli interrogativi restano, ma si spera che le risposte possano arrivare.

Recenti sviluppi hanno portato ad un arresto: un uomo sospettato di essere responsabile delle morti era scappato in Grecia ed è stato arrestato a Skiatos. È emerso inoltre che sia la donna che la bambina erano americane, così come l’uomo ricercato. Continuano le indagini, comprese quelle sulle mense per i poveri e un test sull’avvelenamento, per capire se la bambina abbia sofferto la fame.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *