Nella vivace controversia che coinvolge Elon Musk, imprenditore di fama mondiale e amministratore delegato di Tesla e altre importanti aziende, e il presidente Donald Trump, si inserisce l’ex consigliere strategico della Casa Bianca, Steve Bannon. Durante il suo programma podcast “War Room”, Bannon ha esortato le autorità a prendere provvedimenti contro Musk sostenendo che sarebbe presente illegalmente negli Stati Uniti e quindi andrebbe espulso. Nelle sue esternazioni, Bannon ha affermato con decisione che una formale indagine sullo status di immigrazione di Musk è opportuna, in quanto convinto che sarebbe da considerarsi un immigrato illegale soggetto a deportazione.

Elon Musk, originario di Pretoria, Sudafrica, ha poi vissuto in Canada prima di trasferirsi negli Stati Uniti per completare la sua formazione accademica presso l’Università della Pennsylvania. Successivamente, nel 2002, ottiene la cittadinanza statunitense attraverso il processo di naturalizzazione, dopo un lungo periodo di permanenza e attività lavorativa negli Stati Uniti.

Tuttavia, controversie riguardanti il suo passato sono emerse dal riemergere di notizie circa una presunta attività lavorativa irregolare nel 1995, periodo durante il quale Musk avrebbe avviato una propria azienda nonostante possedesse un visto studentesco, con l’obbligo di iscriversi all’Università di Stanford, adempimento mai avvenuto.

L’ordinamento giuridico statunitense prevede che una cittadinanza guadagnata attraverso naturalizzazione possa essere revocata nel caso venisse dimostrato che è stata conseguita mediante occultamento di informazioni rilevanti o attraverso dichiarazioni false. Un esempio di motivazione potrebbe essere l’attività “illegale” sostenuta da Bannon. Tuttavia, un procedimento per la revoca della cittadinanza si configura come un processo legale complesso e raro, richiedendo prove sostanziali di frode.

Anche qualora si verificasse la revoca della cittadinanza per Musk, l’espulsione dal paese non sarebbe automatica, richiedendo ulteriori passaggi legali e tenendo conto del suo esteso periodo di residenza e del significativo contributo apportato all’economia degli Stati Uniti. Pertanto, la legislazione sull’immigrazione negli Stati Uniti rende l’ipotesi di un’espulsione di Musk alquanto improbabile, in assenza di inconfutabili prove di frode legate alla sua naturalizzazione.

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