Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha annunciato un nuovo divieto di viaggio per dodici nazioni a seguito di un attacco avvenuto durante una manifestazione pro-Israele in Colorado. L’aggressore, identificato dalle autorità come un uomo presente illegalmente negli Stati Uniti, ha portato a questa decisione, che include paesi come Afghanistan, Myanmar e Sudan, tra gli altri. Trump ha giustificato le misure con motivazioni legate alla sicurezza nazionale, come riferisce la CNN.
Hamas ha espresso il proprio sdegno nei confronti del veto imposto dagli USA al Consiglio di sicurezza dell’ONU riguardo a una risoluzione che avrebbe facilitato gli aiuti umanitari a Gaza. In una comunicazione ufficiale, l’organizzazione ha criticato quello che ritiene essere un atteggiamento arrogante e di disprezzo verso il diritto internazionale, attribuendo agli Stati Uniti una palese parzialità a favore di Israele.
Nel contesto di queste tensioni, un giudice federale in Colorado ha temporaneamente impedito la deportazione della famiglia di Mohamed Sabry Soliman, il sospettato dell’attacco in Colorado, accusato di diversi crimini, inclusi tentato omicidio e reati d’odio.
Nel frattempo, al Consiglio di sicurezza dell’ONU, gli Stati Uniti, tramite l’ambasciatrice Dorothy Shea, hanno espresso l’intenzione di porre il veto su una proposta di cessate il fuoco a Gaza. Shea ha spiegato che la risoluzione veniva considerata inaccettabile in quanto non poneva adeguate restrizioni su Hamas e altre entità terroristiche.
Secondo un rapporto del Times of Israel, Israele ha finanziato un nuovo meccanismo di distribuzione degli aiuti gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF) con una significativa somma di denaro. Questo avverrebbe nonostante le dichiarazioni ufficiali che negano tale transazione.
In parallelo, le forze di difesa israeliane si sono dichiarate pronte a intervenire per fermare la Freedom Flotilla Coalition, che trasporta l’attivista Greta Thunberg e si dirige verso Gaza con aiuti umanitari simbolici.
Nel contesto politico interno, Donald Trump ha condiviso su Truth Social una testimonianza di un ex ostaggio israeliano secondo cui i suoi rapitori di Hamas erano preoccupati per un suo ritorno alla presidenza e speravano invece in una vittoria della democratica Kamala Harris nelle future elezioni presidenziali.
Infine, il governo britannico sta valutando l’imposizione di nuove sanzioni contro Israele a causa delle azioni nella striscia di Gaza. Questo passo è in parte motivato dalle dichiarazioni della presidente della Croce Rossa Internazionale, che ha descritto la situazione a Gaza come un fallimento dell’umanità. Mentre il Consiglio di sicurezza dell’ONU riflette su una risoluzione che chiede il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, le tensioni internazionali continuano a crescere con critiche sempre più forti verso le azioni del governo israeliano.