Il colloquio tra il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro italiano Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ha coinvolto temi rilevanti della politica e dell’economia bilaterale. L’incontro si è svolto nel contesto del Trattato del Quirinale, firmato il 26 novembre 2021, che rappresenta la cornice giuridica delle relazioni tra Italia e Francia. Tuttavia, notevoli sono le opportunità per una maggiore applicazione di questo accordo. Un esempio tangibile della compenetrazione economica tra i due Paesi è rappresentato dagli scambi commerciali previsti, che raggiungeranno i 98 miliardi nel 2024, e dalle 4000 imprese transnazionali attive, le quali danno lavoro a 400mila persone.

Questa base economica solida incentiva entrambi i Paesi a cercare punti di convergenza, nonostante alcune divergenze politiche. Da entrambe le parti, si percepisce come i legami siano più forti delle distanze, che spesso si rivelano legate a dettagli e metodologie differenti. Su temi cruciali come l’Ucraina, Italia e Francia condividono una posizione di sostegno totale a Kiev, identificando chiaramente la Russia come aggressore. Le differenze emergono tuttavia sulle modalità di supporto: Francia e Regno Unito valutano l’ipotesi di inviare truppe sul campo nel post-conflitto per garantire la pace, opzione a cui l’Italia non è contraria, ma preferirebbe un intervento sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Un nodo centrale nelle discussioni è stato il riequilibrio delle relazioni con gli Stati Uniti, con entrambi i Paesi desiderosi di riportare Washington in un’alleanza più stretta con l’Europa. Con Donald Trump attualmente al governo degli Stati Uniti, è fondamentale evitare politiche che favoriscano singoli Paesi europei e minaccino dazi contro l’intera Unione.

Sul fronte mediorientale, Italia e Francia hanno visioni allineate, specialmente sulla situazione in Gaza, nel Libano e in Libia, sebbene in passato le opinioni sull’appoggio al generale Haftar abbiano creato tensioni. Entrambi i governi si impegnano nella stabilizzazione della Libia, con la Francia che prevede un occhio attento all’ingerenza russa e l’Italia concentrata sul blocco dei flussi migratori.

Per quanto riguarda l’immigrazione, l’approccio di Giorgia Meloni ha ottenuto l’attenzione della destra francese, con il metodo Meloni accolto come esempio da seguire. Infine, un aspetto di rilievo è la questione della difesa comune europea, con una Francia determinata a mantenere un ruolo dominante, data la sua condizione di unica potenza nucleare dell’Unione, mentre l’Italia si mostra più cauta.

La cooperazione strategica tra Italia e Francia sembra quindi destinata a una crescita ulteriore, sostenuta dal peso economico degli scambi e dall’allineamento sui grandi temi internazionali, pur restando vincolato dalla gestione delle divergenze sui metodi di attuazione delle politiche comuni.

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