A Bruxelles, le indagini portate avanti dalle autorità belghe hanno svelato una complessa rete di relazioni tra il gigante tecnologico cinese Huawei e alcuni membri del Parlamento europeo, attraverso l’uso di una loggia aziendale presso lo stadio di calcio dell’RSC Anderlecht. La loggia era stata sfruttata come punto di incontro per intrattenere e avvicinare i parlamentari europei, mentre conversazioni rilevanti, incluse quelle all’interno dell’auto di un importante lobbista di Huawei, sono state monitorate dagli agenti di sicurezza.

Queste operazioni sono emerse nel corso di un’indagine profonda, avviata su sospetti di pratiche di corruzione che sono stati resi noti all’inizio dell’anno. I procuratori belgi hanno deciso di agire chiedendo la revoca dell’immunità parlamentare per permettere l’investigazione di diversi membri del Parlamento europeo. Questo rappresenta solo l’ultimo sviluppo di una vicenda che mescola timori per l’influenza cinese sulla politica europea e la preoccupazione che i legislatori siano vulnerabili a pratiche di lobbying discutibili.

Nel 2024/25, per una cifra di circa 50.000 euro, Huawei ha acquisito una loggia al Lotto Park di Bruxelles. Le autorità stanno esaminando se l’acquisto fosse parte di un piano strategico per favorire Huawei nella politica dell’UE, suggerendo che i lobbisti puntassero a “lisciare” i politici per fare avanzare gli interessi dell’azienda. Le investigazioni coprono un periodo esteso, dal 2021 alla fine del 2024, incentrandosi su casi di presunta corruzione che potrebbero includere legislatori che avrebbero ricevuto pagamenti per adottare determinate posizioni, così come doni e viaggi spesati.

Le autorità belghe hanno operato oltre 20 perquisizioni tra Belgio e Portogallo nel contesto di indagini su possibili pagamenti illegali per assicurarsi il supporto di parlamentari europei attraverso una lettera aperta. Cinque persone sono state già incriminate, con tre dipendenti di Huawei e un direttore di una conferenza di Bruxelles implicati.

Mentre proseguono le indagini, due membri del Parlamento, coinvolti nel rischio di revoca dell’immunità, hanno ammesso di aver assistito a partite dell’Anderlecht, affermando però di non essere a conoscenza che gli inviti provenissero da Huawei. Nonostante le ammissioni e le dichiarazioni di innocenza da parte degli stessi parlamentari, il processo di revoca dell’immunità è fondamentale per permettere una completa investigazione.

Il dibattito sui limiti tra lobbying legittimo e corruzione continua, con le attuali regolamentazioni europee nel mirino delle critiche per la loro permissività. Transparency International EU sottolinea l’assenza di giustificazioni valide per i regali ai parlamentari da parte dei lobbisti, invocando norme etiche più stringenti. Le autorità belghe e Huawei non hanno fornito commenti su questi sviluppi.

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