Nella moderna arena politica europea, il terreno più fertile per gli scambi diplomatici non è più rappresentato dai tradizionali corridoi di potere o dalle fitte conversazioni nei caffè di Bruxelles, bensì dalle piattaforme di messaggistica istantanea come WhatsApp. Anche davanti alla recente sentenza su “Pfizergate” che dovrebbe garantire un maggior accesso pubblico ai messaggi delle figure di spicco europee, l’importanza di tali piattaforme non sembra destinata a scemare. Le modalità di comunicazione rapide e fluide come WhatsApp rimangono imprescindibili per molti impiegati nei settori politico e diplomatico, rendendo obsoleta l’idea di tornare a mezzi di comunicazione datati come gli uffici delle segretarie.

Mercoledì scorso, il Tribunale generale dell’Unione Europea ha riconosciuto che la Commissione europea non avrebbe dovuto negare l’accesso ai messaggi scambiati tra Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, e Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer. Tali scambi, avvenuti durante la fase critica della crisi Covid-19, precedettero la stipula di un contratto vaccinale miliardario, il più significativo della storia dell’Unione. La Commissione aveva precedentemente sostenuto che tali messaggi non possedessero un valore sufficiente per il loro rilascio pubblico poiché erano ritenuti meramente logistici e non contenenti notizie rilevanti. Questa affermazione, tuttavia, resta avvolta nel dubbio per l’opinione pubblica.

Nonostante la sentenza stabilisca che i messaggi di testo debbano ricevere la stessa considerazione di altri documenti, le pratiche consolidate sono difficili da modificare. Le applicazioni di messaggistica continuano ad essere lo strumento prediletto, come confermato da un altro funzionario europeo. La rivelazione apre la strada alla possibilità che qualsiasi messaggio, anche il più banale, possa essere considerato un documento di pubblico dominio tramite regolari richieste.

Al di là del circolo delle alte sfere governative, gli esperti del diritto suggeriscono che potrebbe essere imperativo un cambiamento di comportamento. Vincent Couronne dell’Università Paris-Saclay sostiene che la decisione potrebbe incoraggiare a privilegiare le comunicazioni verbali rispetto a quelle testuali. Questo fenomeno, mentre intende allinearsi con le pratiche di trasparenza internazionali, mostra come, nel Regno Unito, le comunicazioni via WhatsApp di figure politiche abbiano già fatto discutere, come nel caso di Dominic Cummings durante la pandemia.

Esiste la possibilità che le pratiche di eliminazione automatica dei messaggi, impiegate da politici come l’ex Prima Ministra scozzese Nicola Sturgeon, diventino ancora più diffuse. Un funzionario di governo del Regno Unito ha rivelato che tale funzione è stata già impiegata da parte del gabinetto per evitare che le conversazioni potessero essere rese pubbliche.

Durante l’udienza su Pfizergate del novembre scorso, era già stata paventata l’idea che l’uso di sistemi di cancellazione dei messaggi fosse comune a Bruxelles. Un rappresentante della Commissione ha recentemente ribadito l’importanza di raccomandare al personale di evitare l’uso di messaggi di testo per argomenti cruciali, preferendo invece strumenti di comunicazione diversi. Nella complessità delle relazioni politiche attuali, i testi contenenti informazioni significative dovrebbero essere classificati come documenti ufficiali e archiviati adeguatamente per bilanciare la rapidità d’uso e la necessità di trasparenza.

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