Nella capitale ucraina, Kyiv, i leader europei hanno accresciuto la pressione sul presidente russo Vladimir Putin, insistendo affinché accetti una tregua di 30 giorni in Ucraina senza condizioni. Questa richiesta è accompagnata da una chiara minaccia: se la Russia non risponderà positivamente, l’Occidente imporrà ulteriori sanzioni e intensificherà il sostegno militare a favore di Kyiv. Un appoggio fondamentale è stato espresso dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha dichiarato di condividere le posizioni europee e ha mostrato la volontà di supportare l’attuazione di un eventuale cessate il fuoco, come riportato da fonti europee.

Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha fatto appello affinché Putin emetta una risposta chiara e definitiva, accettando la tregua e collaborando a un accordo di pace stabile, dopo essersi consultato con il Cancelliere tedesco Friedrich Merz e i leader di Francia, Polonia e Ucraina. Tuttavia, Putin ha proposto all’Ucraina un incontro per “negoziati diretti” il 15 maggio a Istanbul, senza però affrontare direttamente la richiesta europea di una tregua mensile. Secondo la BBC, Putin ha affermato che la Russia desidera “negoziati significativi” volti a stabilire una “pace duratura e forte”.

I leader del fronte occidentale, giunti insieme a Kyiv a bordo di un treno, hanno incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per oltre nove ore. La visita si è svolta mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, smentiva la possibilità di una tregua prolungata, a meno che l’Occidente non interrompa il supporto militare a Kyiv. Il presidente francese Emmanuel Macron ha rigettato la pretesa russa, qualificandola come una tattica per guadagnare tempo e ostacolare i processi di pace.

Durante il colloquio nel palazzo di Mariinsky, Macron ha contattato telefonicamente Trump, il quale, pur ricevendo la chiamata all’alba a Washington, si è dimostrato concorde con le richieste europee, secondo due funzionari ben informati. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha condiviso un’immagine della conversazione, definendola un dialogo produttivo. In seguito, Trump ha scritto sui social media che si tratta di un “giorno potenzialmente significativo per Russia e Ucraina”, mentre su un possibile accordo di tregua ha dichiarato: “Continuerò a lavorare con entrambe le parti”.

Il presidente Macron ha poi precisato che la tregua proposta verrà supervisionata prevalentemente dagli Stati Uniti, con il contributo degli Stati europei, affinché si possano avviare negoziati per una “pace robusta e duratura” che tratti questioni territoriali, infrastrutture energetiche critiche e garanzie di sicurezza. Il Cancelliere Merz ha espresso gratitudine per il totale supporto di Trump all’iniziativa europea e, in una conferenza stampa a Kyiv, ha dichiarato che sono anche previsti nuovi fondi e supporti logistici per l’Ucraina, incluse forniture militari di carri armati, droni e missili a lungo raggio.

In questo contesto, i leader europei si sono impegnati ad avviare preparativi per un accordo di pace qualora la Russia accettasse le condizioni di una tregua incondizionata. Diversi altri paesi, tra cui Canada, Turchia e Nuova Zelanda, si sono uniti all’incontro tramite videoconferenza, sostenendo la pressione diplomatica su Putin. Qualora la Russia respingesse la tregua, la risposta occidentale prevederebbe nuove sanzioni mirate al settore energetico e finanziario russo.

Infine, durante una conferenza stampa, Merz ha scelto di non commentare la possibilità di fornire missili Taurus all’Ucraina, con l’intento di evitare controversie pubbliche. L’approccio di “ambiguità strategica”, già adottato dalla Francia, viene ora replicato dalla Germania, evitando di rivelare dettagli specifici sulle forniture militari a Kyiv. Zelensky ha accettato questa predisposizione alla discrezione e ha dichiarato di non voler discutere pubblicamente delle armi in dotazione o nel dettaglio delle loro quantità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *