La decisione del governo israeliano di intensificare il conflitto con Hamas nella Striscia di Gaza ha suscitato preoccupazioni a livello internazionale, con l’ONU e l’Unione Europea che esprimono il loro allarme. L’operazione militare, che è stata denominata “Carri di Gedeone”, è stata approvata dalla coalizione di destra dopo lunghe consultazioni e coincide con la visita del presidente americano Donald Trump nei paesi del Golfo. L’intento è quello di esercitare pressione su Hamas affinché rilasci gli ostaggi ancora detenuti.

Le forze israeliane mirano a spostare la popolazione palestinese verso il sud della Striscia di Gaza, nelle vicinanze del confine con l’Egitto, e occupare territori chiave per un periodo prolungato. Questo piano ha suscitato critiche per il timore che possa comportare una vera e propria “pulizia etnica”, con il possibile trasferimento forzato di oltre due milioni di persone.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, si è mostrato determinato a proseguire con l’occupazione nonostante le obiezioni, sottolineando l’importanza di proseguire con un’azione militare decisiva. Tuttavia, ci sono state tensioni all’interno dello stesso governo, con il capo di stato maggiore Eyal Zamir che ha avvertito dei rischi legati all’ampliamento dell’offensiva, soprattutto in termini di sicurezza degli ostaggi.

Le operazioni militari non si concentrano solo su Gaza. L’esercito israeliano ha recentemente effettuato raid aerei in Yemen, colpendo basi degli Houthi in risposta a un attacco missilistico subito nei giorni precedenti.

A livello interno, c’è un dibattito acceso anche sulla questione degli aiuti umanitari, con il generale Zamir che si oppone alla proposta del ministro colono Itamar Ben-Gvir di mantenere il blocco totale degli aiuti. È stato deciso che la distribuzione di cibo e medicinali possa riprendere, ma solo nella parte meridionale di Gaza e affidata a compagnie di sicurezza straniere.

Il contesto attuale riflette una situazione estremamente complessa, con il governo israeliano determinato a portare avanti un piano di occupazione che, per alcuni, rispecchia la visione del presidente Trump di un futuro radicalmente alterato per Gaza. Le implicazioni di tale strategia restano tuttavia incerte e preoccupanti per la comunità internazionale.

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