L’ammiraglio Pierre Vandier, comandante supremo della NATO per la trasformazione, ha messo in luce la necessità per l’Europa di intensificare gli sforzi nel settore spaziale per mantenere la sovranità. Durante un’intervista con POLITICO, ha avvertito che figure come Elon Musk e nazioni come Cina e Russia potrebbero presto esercitare un controllo predominante nello spazio, qualora l’Europa resti inattiva. L’ammiraglio ha fatto notare l’urgenza di un risveglio affinché gli stati europei facciano il salto di maturità richiesto, seguendo persino l’esempio statunitense che chiede un percorso di emancipazione per gli alleati occidentali.

La recente guerra in Ucraina ha enfatizzato quanto siano cruciali le risorse spaziali per la gestione delle comunicazioni e dell’intelligence sul campo di battaglia. Tuttavia, ha anche evidenziato la forte dipendenza dell’Europa da un gruppo ristretto di compagnie americane, in particolare SpaceX, per servizi satellitari essenziali. Il sistema concorrente europeo, IRIS², non sarà disponibile prima del 2030. Oltre a ciò, lo spazio sta velocemente diventando una nuova arena di confronto militare. Il comando spaziale degli Stati Uniti ha già definito lo spazio come “un ambiente altamente conteso”, facendo riferimento specifico allo sviluppo militare della Cina e della Russia.

Le preoccupazioni sul possibile impiego di armi nucleari nello spazio da parte di Mosca sono state espresse da figure di spicco come il segretario generale della NATO, Mark Rutte. Vandier ha aggiunto che diversi attori stanno introducendo armamenti nello spazio, come bombe orbitali capaci di eludere i sistemi di allerta. È quindi imperativo per l’Europa monitorare attentamente queste mosse e costruire una resilienza contro tentativi di destabilizzazione.

L’evoluzione della militarizzazione spaziale sta spingendo il continente a rivedere i modelli di business delle proprie aziende spaziali. La sinergia tra settore commerciale e militare è essenziale, dato che molti satelliti sono a duplice uso, potendo servire sia scopi civili che militari. È necessario, ha spiegato l’ammiraglio, che le nazioni implementino costellazioni di satelliti a bassa orbita come backup poiché queste rappresentano soluzioni più economiche rispetto ai costosi satelliti in orbita geostazionaria. Anche se l’Europa conserva una buona competitività in quest’ultimo mercato con aziende come ArianeGroup, è SpaceX che domina il nascente mercato dello “Spazio Nuovo” grazie ai suoi razzi riutilizzabili e ai costi di lancio significativamente ridotti.

Sebbene ci siano alcune startup europee che tentano di entrare nel segmento dello Spazio Nuovo, i risultati finora sono stati modesti. Un esempio è il fallito lancio del razzo Spectrum da parte della startup tedesca Isar Aerospace. Vandier ha suggerito che l’Europa debba mettere a punto una strategia per competere in tale contesto. Proposte come un European Defense Act potrebbero essere determinanti per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di tecnologie avanzate nel settore della difesa, ciò promuoverebbe un mercato basato su modelli già efficaci come quello statunitense.

Secondo Vandier, la NATO sta lavorando intensamente per dividersi i compiti tra gli alleati, con lo scopo di migliorare la comprensione e la manovrabilità strategica nello spazio. È cruciale che questo sforzo porti ad una capacità di azione condivisa e di coordinamento, permettendo ai 32 paesi membri di rispondere con efficacia alle sfide emergenti. Il coinvolgimento attivo di nazioni leader nella tecnologia spaziale come il Regno Unito, l’Italia, la Norvegia, il Canada e la Germania è essenziale.

Nel 2019, la NATO ha riconosciuto formalmente lo spazio come dominio operativo, ma la traiettoria verso una piena integrazione delle sue capacità spaziali, paragonabile ad altri settori come terra, mare e aria, è ancora in fase di sviluppo. Vandier ha sottolineato che tali discussioni e pianificazioni strategiche saranno decisive nel contesto del prossimo ciclo del NATO Defence Planning Process.

Tuttavia, non si aspetta che il prossimo vertice della NATO all’Aia, previsto per giugno, metta lo spazio al centro dell’agenda, benché resta fondamentale aumentare il budget dedicato alla difesa. La complessità della questione richiederà infatti ulteriori riflessioni e azioni concrete nei prossimi anni.

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